Libro on-line. Senza risposta.

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La storia di un gruppo di amici che in una notte le vedranno di tutti i colori.

 SENZA RISPOSTA 

  

 Di  Stefano D’Alessio

2

Era notte e tutti si ritiravano nelle case. Non c’era solo la televisione ma anche internet era tra i  passatempo preferiti dalle persone. 

-Lasciamo stare questo. E’ arrivata la notte di Natale e ancora dobbiamo fare i regali.- 

All’improvviso una pioggia fulminea fece cadere nella strada un albero , quello piu’ antico e  significante del paese di YEARS. 

FACCIAMO UN PASSO INDIETRO 

In una casa di questo paese si incontravano a cena dei buoni vecchi amici che con la scusa di  giocare a burraco e ad altri giochi da tavolo si incontravano almeno 1 volta a settimana. 

Giorgia padrona di casa sposata con Elio era solita preparare la sua casa con molta cura . 

Oggetti soprammobili che ad ogni riunione erano disposti in maniera che la casa fosse sempre  rappresentata in maniera diversa. Durante la cena poi i segnaposto e la disposizione della tavola  era sempre un bel gran piacere vederla: centrini fatti ad uncinetto con piccole piante sopra,  tovaglie che giocavano con i colori delle stovaglie. Mai una cosa pacchiana, o troppo vistosa, ma  ordinata e sempre in ordine, per il piacere dell’ospite che veniva a trovarli. 

Quella sera qualche mese prima del Natale, a tavola si discuteva delle usanze dei cittadini delle  citta’ limitrofe. 

Roberto amico di Elio era sempre in discussione con Laura che aveva come marito Andrea, che  nei discorsi era sempre colei che faceva rispettare le proprie idee. Anche il marito Andrea faceva  far parlare Laura, era proprio questo quello che gli piaceva di Lei la sua coraggiosa disponibilita’ di  animo a esporre le proprie idee. 

Roberto: - Capirei se tu mi dicessi che sono io il problema, che sono vecchio solamente quando non ti do’ ragione. Ti sembra sbagliato che aprire una norcineria, anzi un pizzicagnolo come dico  io, dove a meno di 200 metri c’e’ un centro commerciale?- 

-Ti ho gia’ risposto, quando a GIGLIO (paesino vicino a YEAR) era in programmazione di costruirlo il  centro commerciale non si e’ fatto mica intimorire da questo pazzo che lo ha aperto. E Lui ha  rischiato di rimetterci tutti i risparmi- 

-E invece era come dicevo io, alla fine lo hanno costruito e adesso vive nella babbagia piu’  enorme.- 

-Colpo di fortuna- 

-Chiamalo colpo di fortuna ma sta tutto nel proporre offerte che il passato ci ha insegnato, quei  vecchi mestieri che una volta ci accompagnavano. Poi e’ stato anche che il suo banco e’ una delizia  oltre che per il gusto anche per gli occhi. 

Il segreto del successo.- 

-Per me- disse Laura – durera’ poco, dagli un altro anno e…- 

Elio disse: -Ci sono passato l’altro giorno e mi e’ capitato di trovare molte cose sfiziose 

E Laura: - Siii.. e come la metti per quei lavori sulla piazza di TYCOON, dove per fare quella rotonda  che tutti aspettavano, alla fine dei lavori si e’ dimostrata un disastro. Non puoi fare una piazza con  una rotonda del genere dove due corsie per una rotonda si sono viste solamente su strade a  scorrimento veloce. 

Andrea il marito: - Da 12 mesi la piazza di TYCOON e’ diventata la Caporetto delle 4 ruote Arrivati a questo punto, mentre la cena andava avanti, si era arrivati al dolce. 

Mentre Andrea aiutava Giorgia a portare i piatti in cucina Elio prese la parola e disse: - Perche’  questa sera non giochiamo a monopoli? Adesso mentre chi e’ in cucina lava i piatti possiamo  anche farci una partitella a dama e poi tutti insieme a cominciare dal via dalla famosa scatola da  gioco.- 

Roberto-Ci possiamo ritirare e fare un torneo di dama?-  

Elio – Mettiamolo in votazione. Chi vuole fare un torneo di dama alzi la mano.- 

Al quel punto squillo’ un telefono. Era quello di Andrea che nel frattempo era ritornato dalla  cucina e aveva lasciato Giorgia, Laura e BEATRICE con le incombenze di pulire e riassettare la casa. 

-Pronto. Chi e’?-chiedeva Elio, ma nessuno rispondeva, 

Era facile che qualcuno chiamasse perche’ anche altri amici di solito andavano a giocare con loro,  solo che oggi non erano presenti. 

Elio – come possiamo fare? Manca Luisa, Piero , Giacomo e anche qualcun altro, sara’ stato uno di  loro a chiamare forse che avrebbero fatto più tardi 

Laura in tono alto: – qualcuno vi ha avvisato che chi non e’ presente sarebbe arrivato piu’ tardi?- 

Giorgia, padrona di casa _ No, a me non hanno avvisato che qualcuno sarebbe arrivato sul tardi, mi  hanno avvisato solamente che non sarebbero venuti alla cena, poi non so!- 

Elio – Vabbe’ cominciamo si rifaranno sentire.- 

Andrea prese parola – Non e’ che facciamo come l’altra volta che arrivano sul piu’ bello e che  fanno cosi’ baccano visto che non giocano e ci fanno smettere di giocare anche a noi?- 

Roberto – Lascia stare che se lo fanno… (grgrgrgr…)non so che gli faccio,  

(mmmm…) anzi aspetta so come si fa, Non li faccio entrare. Capito Elio se dovesse suonare il  campanello non aprire a nessuno.- 

Elio – Non si fa cosi’, sono educato io (hihihi…). – 

-Amore… avete fatto?- sempre Elio –Dai che vi aspettiamo, ah.. e porta un goccino di  ammazzacaffe’-

Andrea -L’altro.- 

Roberto -L’altro che?- e continuando – L’uno o l’altro..- 

-Io non ti capisco Andrea.- E Lui – certo che sei proprio sveglio te! – 

E Andrea proseguendo -Lascia stare ma non lo vedi che stiamo tirando a sorte? L’uno o l’altro?  Dobbiamo incorniciare questa tela, che cornice ti piace? Quella bianca o quella marrone? Ti ricordi  che c’eravamo scommessa la tela? Cosa che se perdi ti rimane un pugno di mosche, ma se scegli la  cornice giusta, almeno puoi vederla attaccata al muro quando verrai a casa nostra.- 

E spostando la visuale verso le loro mani, dove mostravano le cornici disse un solo sillabo di  stupore -Ah.!- e loro – Lo sai che non l’avrai mai la tela!- 

-Si e’ vero, bianca, ma non dire che la cosa sia impossibile, ricordo che fino a qualche mese fa non  sapevi nemmeno cosa era un gioco. Come ti ho regalato le parole crociate, cosi’ ti regalero’ la tela,  solo se saro’ io a dartela, non mi batterai mai.- 

Laura – Lasciamo stare. Abbiamo fatto in cucina e voi ancora qui a parlare della tela! Comunque  Robe’ non l’avrai mai. Vabbe’ mettiamoci una croce e sediamoci per giocare.- 

Roberto – Scusa Laura ma scendi dal carro quando ti rivolgi a me. Sto ancora in piedi per questo.- 

-Non lo dubito, anche perche’ sei noioso! A che gioco avete detto di giocare stasera? L’unico in cui  ci divertiamo e’ “doct. WHY”.- 

Beatrice – no si e’ detto a monopoli 

Giorgia – Io avevo capito a dama, e fattosta’ che “dott. WHY” non l’abbiamo.- Elio- Quindi per esclusione c’e’ rimasto DAMA o MONOPOLI.- 

Roberto – Beh.. se proprio deve vincere quel quadro e dott. WHY non c’e’, mi viene in aiuto il  CRUCIVERBA. Cosi’ vediamo se hai imparato l’ABC dei giochi. La abbiamo una settimana  enigmistica?- 

Andrea – Per me va bene, che le parole comincino a riecchegiarmi nel sano e sensibile orecchio  che fluttua nell’etere delle parole crociate.- 

-Non ti serve ritornare indietro nel tempo medioevale. Schiappa sei e schiappa rimani.- 

-Va be’ a chi tocca n’se’ ingrugna. Hai scelto bianca e cornice bianca sia. Ora per favore togliamoci  questi musi tristi e cominciamo a giocare.- 

Dopo un rimpallo tra “comincia tu”, “no, comincia tu” eccetera, prese inizio con Giorgia. 

Cosi’ comincio’ la partita che avrebbe portato uno tra Andrea e Roberto a vincere il quadro. Solo  loro due avevano una scommessa in ballo, gli altri giocavano per divertimento. 

E tutti si misero a cercare tra la scelta che le parole crociate dava. Comincio’ Elio a rispondere: -La  risposta e’ , Qui, uno dei nipoti di Paperino, non puo’ essere altro.-

Giorgia – Vai Elio non lasciarne nemmeno una, si devono fare una ragione che la coppia ospitante  non cedera’ mai.- Elio: - Non credere che la passino liscia e comunque dammi una mano pure tu,  invece di cincischiare con quel telefonino. – 

.Come col telefonino?- Beatrice. Ed Elio: - Almeno invece di mandare messaggi cerca le risposte su  internet (hahahaha..)- Beatrice – Vabbe’ lasciamo stare allora che vi posseno’ . Facciamo dama  come avevamo previsto?- 

Elio – Non mi interessa che gioco vuoi fare per ora sto in vantaggio io e non ho la minima idea di  cambiare gioco!- 

Andrea – E lasciamo stare questo gioco, tanto io non ho paura ne’ di uno , ne’ dell’altro.- Roberto – io sto bene cosi’, continuamo con questo, ecco che mi sto accendendo.- 

Giorgia – Allora 2 verticale : “Lo scopo e’ quello di prendere l’ultima carta dal tavolo”- e subito – Scopa!!!- disse fiero Roberto. E Laura – Forse dobbiamo mettere l’ultima posta per creare un gioco  serio. Per rispondere si prende il telefono e lo si . Ma come si fa se il telefono e’ nostro come faccio  a chiamarmi da sola?- 

Giorgia – Ma cosi’ e’ una palla il gioco si complica troppo- Laura :- Bisogna pero’ prenotarsi in  qualche modo 

E Beatrice – Giochiamo a freccette?- elio: - Beatrice la smetti di disturbare?- Roberto – Io direi di spegnerli i cellulari se no , si puo’ anche barare(MM..)- 

Andrea – Ok, tutti i cellulari spenti. Mi fido di voi e non controllo, Vatte a fida’ degli AMICI  MMM..Vabbe’, iniziamo o no?. 

Elio: -ok cominciamo, Giorgia batti il primo giro!- 

INTANTO VICINO AL LUOGO DOVE VI ERA L’ALBERO DI YEAR 

- Dobbiamo scendere , non vedi che l’albero si e’ schiantato per terra?- 

- Si, si, ma butta giu’ dal cielo neve come se non ci fosse un domani- 

- E che vuoi fare rimanere seduta qui fino a domani che ci vengano a liberare? Ci  ghiacceremo!- 

- Ok scendiamo a vedere che cosa e’ successo, se possiamo andare indietro, intanto tira  fuori il telefono e chiama i pompieri.- 

- Come vuoi!- 

Intanto Piero e Luisa scesero dalla macchina e si avvicinarono all’albero caduto…Era l’albero  maestoso di YEAR. Tutti vi erano cresciuti sotto le sue spoglie, chissa’ quanti bambini ha visto  giocare sotto i rami, stava li’ da almeno.. beh… non vi so dire da quante generazioni era li’, si  era perso il conto.  

Luisa – Papa’ mi disse che quell’albero era li’ da sempre e che aveva fatto da balia a Lui, a suo  padre e a suo nonno. E’ un disastro tutta la cittadina di YEAR era attaccata a questo enorme  albero. Non ho parole.- 

Piero – Ma cosa c’e’ sotto? Oddio una macchina e’ proprio finita sotto, andiamo a vedere.-

E mentre si avvicinavano riuscirono a scorgere una macchina grigia rovinosamente distrutta  dall’albero che vi si poggiava sola. 

-Hai chiamato i vigili del fuoco? Mi sa che bisogna chiamare anche un’ambulanza. Andiamo a  vedere se c’e’ qualcuno sotto.- 

-E mentre la neve sferzava e il freddo si faceva sempre piu’ fitto, si avvicinarono. Eccoli Luisa e  Piero erano arrivati alla macchina, si affacciarono ai finestrini e ecco chi videro. 

-Oh mamma mia ma e’ Giacomo!- disse Luisa e –Vieni subito vedi se riesci a farlo uscire da la’  sotto. Non si muove!- 

Piero – Eccomi Giacomo!- prese con se’ la sua torcia sul telefono e fece luce, Giacomo era  fermo sul sedile del guidatore e stretto in un abitacolo che era compresso dal tronco. – Giacomo come stai- urlo’ Piero. Prese tutte le forze e cerco’ di aprire lo sportello senza  riuscirci. Allora con il parabrezza sfondato riusci’ a salire sul veicolo e dal cofano riusci’ a  vedere Giacomo, che non era ferito in faccia, almeno cosi’ sembrava, ma non dava segni di  ripresa. – Giacomo, Giacomo resisti tra poco arrivano per tirarti fuori di qua.- 

Alla ripresa del gioco Beatrice teneva il conteggio su un foglio di carta  

1^ Elio con 4 risposte; 

2^ Roberto con 3 risposte; 

3^Andrea con 2 risposte; 

e a seguire le ragazze con 1 risposta ciascuno. 

-Ti frego sai stasera..!- fece Roberto entusiasta dopo il guanto di sfida che gli aveva lanciato  Andrea. – Abbiamo cominciato adesso non ti scaldare troppo.- 

-Non mi sto scaldando troppo con questo fuoco, Elio metti altri 2 ciocchi nel camino,  incomincia a fare freddo.- il fuoco nel camino ricomincio’ ad ardere fortemente. 

Intanto all’alberone di Year non arrivava nessuno. –Come mai non arriva nessuno? E’ gia’  passato un quarto d’ora.- e Luisa – Forse dovremmo chiamare Elio, ci puo’ dare una mano tutto questo quando Piero si era fatto varco nell’abitacolo ma si vide costretto a rinunciare a  tirar fuori Giacomo perche’ le gambe erano bloccate. – Io piu’ di questo non posso fare, potrei  creare solo danni. Questa ambulanza non arriva e qui va sempre peggio con questa neve.  Prova a chiamare Elio.- 

Il telefono di Luisa dava “numero non raggiungibile”. – Che faccio non prende il numero di  Elio.- 

-Prova a chiamare gli altri, prova con Giorgia e poi tutto il seguito!- 

Luisa intenta a cercare di chiamare tuti i presenti che la sera sapeva che sarebbero stati da Elio,  mentre Piero ritorno’ alla sua macchina, trovando una lastra di ghiaccio enorme che partiva  dalla sua macchina e scompariva dietro di lui in direzione opposta A QUELLA DELL’ALBERONE.

Prese una coperta e alcuni tra maglioni e giacchetti che stavano portando alla caritas, come si  poteva dedurre dallo scatolone dove li prese. Vi era infatti scritto sul cartone con pennarello indelebile “Per la Caritas”. 

Venne Luisa – Sono tutti staccati, cosa facciamo?- e Lui – Vabbe’ adesso ci penseremo, metti  uno di questi- gli passo’ un giacchetto invernale e un maglione molto caldo – Adesso vado a  mettere questa coperta a Giacomo, se non ci lascia le penne per l’incidente, morira’ di freddo.- 

-Solo con un tentativo, ma sei bravissimo. E mettiamoci anche questo “Narciso”, Guardate che  Elio vi stacca…- 

-Ma non dire sciocchezze Giorgia, Vai, vai, vai avanti ti prego-Andrea. 

-Allora con che la copro questa riga?- E roberto – Rigaaa? Vorrai dire colonna!Giorgia ci sei o  stai pensando ad altro? Forza ,forza che perdiamo tempo, gia’ lo so che qualcuno ci sta  pensando, ecco un altro minuto e quei ritardatari arrivano a distruggerci i giochi. Presto,  Presto!- 

-Chi vuole un pezzo di strudel fatto in casa?- facendo la donna di casa, Giorgia. -Dai dacci un pezzo di dolce, pero’ ricominciamo che sono indietro- dichiaro’ Andrea. 

Nel frattempo suonarono alla porta, tutti quanti incominciarono a brontolarsi, - Ecco arrivano i  guastafeste- e poi – non avete l’orologio?- - Uffa!!- 

Elio che era andato ad aprire, guardo’ dallo spioncino e si trovo’ davanti il guardiaparco.  Girandosi verso la truppa disse – Non sono loro e la forestale, chissa’che e’ successo- 

-Buonasera- - Buonasera agente che e’ successo? come le posso essere utile?- 

-Guardi ci hanno avvertito che nella zona sia partito il ripetitore delle chiamate telefoniche, ci  deve essere un computer che filtra le chiamate di emergenza facendo rispondere a queste da  un robot programmato, stiamo cercando di capire visto la serata che non e’ delle piu’ belle.  Abbiamo rintracciato il segnale e la ripetizione del centralino ci da’ avviso che la vostra linea  adsl e’ stata cackrata. Posso darci uno sguardo?- 

-Certo entri pure, vuole qualcosa per riscaldarsi, un the’, un caffe’, una cioccolata?- 

-Guardi un the’ caldo lo berrei volentieri. Proprio stasera si dovevano mettere a giocare con  queste chiamate, la’ fuori e’ tutto ghiacciato, nemmeno noi riusciamo a perlustrare la zona  perche’ con le lastre di ghiaccio sull’asfalto e impossibile proseguire senza perdere il controllo  del mezzo. Vedo che stavate tra amici.- E rivolgendosi a tutti – Mi sa che vi convenga per  stasera rimanere a dormire qui..per sicurezza!- 

Dall’altra parte del bosco, ormai si stava facendo notte e la situazione dei coniugi Piero e Luisa  e del loro amico Giacomo era sempre piu’ critica. 

Piero – Continua a chiamare l’emergenza, intanto non ci resta che andare in macchina ad  aspettare, fa freddo e non possiamo andare ne’ avanti, ne’ indietro. Siamo bloccati.- 

-Questa e’ la decima telefonata che faccio a quest’ora sarebbero dovuti arrivare da tempo.-

-Vabbè andiamo!- E mentre si giravano per andare a riscaldarsi in macchina, Piero senti’ un  gemito che veniva da Giacomo. Si sentiva flebilmente – Aiuto, aiuto..- 

E loro – Eccoci Giacomo siamo qui non ti preoccupare che risolviamo tutto- lo copri’ con altri  indumenti pesanti e disse – hai freddo?- ma Giacomo non parlava, aveva male alle gambe ma  non era il tipo che si lamentava, di solito. Preso da un’immaginaria forza disse – No, sto bene  

ho solo un piccolo dolore alla gamba- e ridendo – forse si e’ addormentata, ma che mi e’  caduto addosso babbo natale con tutta la slitta (ohohoh..)?- 

-Noi molto piu’ seri, quasi attoniti – E’ caduto l’alberone di YEAR, sei svenuto e noi siamo qui  da un po’ a curarti, passavamo per caso e ti abbiamo trovato sotto l’albero. Fatti forza ti  tireremo fuori da qua.- 

Intanto tirando le somme non riuscivano a contattare gli amici che avevano il telefono spento  e i soccorsi non arrivavano anche se, come abbiamo potuto sentire dalle chiamate fatte in  continuazione, anche i mezzi di soccorso non arrivavano, arrivavano le chiamate con cui  parlavano con, loro credevano degli operatori ma che prendevano i dati ma che non  arrivavano. 

Dall’altra parte, c’era un automa progettato per questo che raccoglieva tutti i dati del soccorso  e che non rilevava in verita’ niente. 

Giovanni qualche sera prima stava con il suo i-pod a sentire della musica, quando vedendo i  pali della linea telefonica, fu preso da un impulso dato anche dalla canzone che stava  ascoltando, Welcome to the Jungle, dei Guns Roses. 

-Benvenuti nella giungla, e perche’ no, se solo…- E rimase li’ a pensare. 

Intanto si avvicino’ al computer sulla sua scrivania e con un abile maestria sul bios dell’affare,  comparve i numeri delle emergenze. 

-Ok, 112 si distingue in varie sottogruppi: vigili del fuoco, ambulanze e forze di polizia.  Entriamo qui- e tocco’ il tasto delle ambulanze. Con un registratore a microcassette, ormai un  po’ antiquato, ma sempre utile, registro’ la voce del centralino che rispondeva a delle  chiamate. 

-Ok, adesso copio tutto in formato digitale- e con uno spinotto USB, il registratore a  microcassette era obsoleto, ma come tecnologia seguiva quella moderna, tanto che quando lo  compro’ chiese esplicitamente al negoziante che fosse compatibile con i nuovi sistemi in  circolo. 

P.S. compro’ anche un videoregistratore sempre all’ultimo modello. 

-Ho fatto bene a comprare questo registratore a GIGLIO…MMM..mi sa c he mi ha dato proprio  un bel modello- scherzando con la voce- Bravo GIGLIO almeno con questo centro commerciale  ti sei tirato su (in graduatoria)- 

Che fece allora con la voce registrata su i-pod? Fece un loop, una ripetizione del sistema vocale  in continua successione. Poi accese il computer e sotto la voce Emergenza ospedaliera infetto’ 

il sito con virus che aspettava solamente che fossero aperti dall’operatore del 112 per poi  inviargli il comando di attivare il virus. 

Ma spieghiamo chi era Giovanni, veniva da Tycoon e quando si trovava nella sua camera  ascoltava spesso musica, giocando anche contemporaneamente col p.c. 

Quando stava usciva di casa era sempre tra il trasandato e lo sciatto. Aveva pochi contatti col  mondo esterno. Usciva per prendere un caffe’ al bar, per andare in biblioteca, ma quasi  sempre chi lo vedeva in giro lo scambiava per un barbone o un mendicante che faceva fatica  anche a camminare. 

Si diceva in giro dalle persone che gli abitavano vicino che fosse un povero ragazzo a cui  mancavano le gambe e giuravano che egli portasse delle protesi agli arti inferiori. 

Ogni tanto lo si vedeva girare i vicoli del paese, TYCOON, e che, come successe sul serio una  volta, fosse in compagnia di persone completamente diverse da Lui. Curate con macchinoni al  seguito e che inspiegabilmente, la gente che vide questa scena, quando fu visto, non capiva  proprio che cosa ci facessero insieme quelle persone con Lui. Erano 3-4 persone e sembravano  almeno 2 fare da bodyguard al tizio sopra menzionato dagli abiti curatissimi. 

Da quella volta Giovanni fu tacciato di fare loschi traffici; non si sapeva quali, ma era  sicuramente immischiato a cose molto piu’ grandi di Lui. 

Da quel giorno quando usciva di casa la gente che incontrava, si faceva da parte e con il loro  gruppetto: nonnine, amiche, uomini di “piazza” e lo apostrofarono come : IL LERCIO. 

All’inizio Giovanni non diede peso a quella cosa, perche’ tra una partita col p.c., un  elaborazione di un teorema, algoritmo che potesse essere utile per i suoi loschi traffici pensava  che fosse rivolto quell’insulto soprattutto, anzi esclusivamente per il suo aspetto. 

Come tutti i giorni aspettava la sera per fare i suoi giri: supermercato, per un po’ di spesa, poi a  casa a posare la stessa, cena per strada con birra e panino comprato al supermercato, e se non  doveva incontrare nessuno o andava al cinema o ritornava a casa dove spedito si metteva a  sentire musica e a smanettare col computer. 

Quella sera senti’, come era abitudine, la parola IL LERCIO quando passava vicino alle persone  e senza colpo ferire andava avanti, anzi era contento che la gente lo classificasse cosi’ per  poter nascondere i suoi traffici illeciti, vendere algoritmi per poter eludere le telecamere delle  zone sorvegliate. Ma quella sera ando’ diversamente. Prese sul serio le parole delle persone  che lo nominavano col soprannome e mentre passava senti’ – Guarda IL LERCIO, chissa’ chi  incontra stasera un Jaguar, una Ferrari, una Rolls Roys.- tutto sottovoce. 

All’inizio non collego’ le cose, poi, non essendo uno stupido, pensando a bassa voce disse che  –Le Jaguar, le Ferrari, le Rolls Roys mi devono aver visto con qualche basista che cercavano un  cd di sorveglianza 

E poi – Se mi beccano con uno di loro sono fritto.- e riflettendo - Tra l’altro se arriva la notizia  alle guardie scopriranno che le macchine sono di una concessionaria al largo di TYCOON-

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Infatti tutte le macchine top-sprint vengono da “MOTOR MILLE” concessionaria di auto di lusso  il cui proprietario era infangato nella mischia del fango che chiamiamo media-alta criminalita’.  Voleva sempre un 20 percento delle riscossioni che venivano a crearsi da ogni tipo di reato. 

Molto spesso la vigilanza delle telecamere veniva adoperata per furti piu’ o meno importanti,  dal piccolo negozio fino ad arrivare alle banche. Altre volte servivano per controllare il  territorio e quando succedeva cio’ a pagare non erano i piccoli pesci ma “MOTOR MILLE”  andava in riscossione dal piu’ importante. Dalla base fino ad arrivare alla copertura della  vigilanza, oltre che per furti di macchine , anche al traffico di droga e alla copertura di killer in  fuga.  

Forse la polizia non ne era ancora al corrente, perche’ diciamo che la zona non era certo delle  piu’ tranquille, infatti c’era YEAR, che era un po’ il centro del mondo nella provincia, vicino  ancora bella e ricca c’era GiGLIO. Ma a scendere da TYCOON in poi la zona era abbastanza  degradata. Tycoon pero’ si salvava perche’ nel suo territorio vi era un posto speciale, che era il  suo borgo che attirava da fuori anche turisti. Finito pero’ il centro e la zona metropolitana che  partiva dal borgo fino alla piscina ”dei servi”, da li’ la zona diventava piu’ scura, meno  illuminazione, case come casermoni abbandonati, negozi col coprifuoco alle 18.00. Tutto  questo per paura delle persone che facevano come volevano, chiedevano il pizzo ai  commercianti, rapine, spaccio. Pero’ i sindaci per lottare contro il degrado misero una grande  quantita’ di telecamere per “guardare”, proteggere, la citta’. 

Ora da quando IL LERCIO faceva eludere la sorveglianza tutti i criminali si rivolgevano tramite  pero’ una terza persona a lui. Il quale godeva del suo squallido mestiere perche’ arrabbiato col  suo corpo e coi cittadini normali che a seconda di Giovanni stesso erano una massa di arrivisti  e leccapiedi che pur per continuare a vivere facevano ogni cosa, anche svendere la propria  persona. Per questo Lui li voleva punire per far si che i soprusi subiti li rimandassero nella  propria posizione: la paura. 

La paura stavolta arrivo’ a Lui. Se avessero scoperto che Giovanni IL LERCIO vendeva cd  sottobanco a uomini con macchine intestate tutte alla concessionaria, sarebbe stato un colpo  troppo grande per lui: lui sarebbe stato incastrato e quando avrebbe pagato la sua pena, alla  sua uscita avrebbero fatto visita a coloro che ..”MOTOR MILLE” l’avrebbero fatta chiudere per  colpa sua. 

-Mi hanno affibbiato questo nome! Bene! Sapevo che i lacche’ mi puntavano il dito contro, ma  cosi’ hanno superato la mia liberta’. Venite sotto che vi faccio vedere io!. 

Tra l’altro, come si chiamava quel ragazzino? Lui Mr. NUT, ok! aspettatevela grossa stavolta!- Tornato a casa IL LERCIO  

RITORNO ALLA SCENA PRECEDENTE, MENTRE ASCOLTA “WELCOME TO THE JUNGLE Chiamo’ al telefono Mr.NUT, un ragazzino tra i 17 e i 18 anni. 

-Lo vuoi ancora quel programma?- e NUT – Ti ho convinto vuoi darmelo per davvero?-

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-Lascia stare, se fosse stato per me, quel sistema non te lo avrei mai dato. Poi per cosa per  divertirti. Non lo sai che ci si rischia la vita con queste cose. E ricorda se te lo trovano tu non mi  conosci.- 

-Si ho capito non ti conosco- 

-Alla fine non sono stato io ad appoggiarti per la creazione di questo file, ma tutto il  comprensorio di persone che se fosse per me rilutterei all’infinito, quei lacche’ si sono  approfittati . Ecco il programma e’ quasi pronto, ma lo devo modificare un po’ dammi qualche  giorno, ok? Mi faccio swentire io. Non chiamarmi, hai capito?- 

--Non ti chiamo- e allora IL LERCIO Hacker–Non chiamarmi, mi faccio sentire per sabato.- 

-Non so ancora come ti chiami programma ma vai bene cosi’. Si bloccheranno tutte le  chiamate di emergenza e se riuscissi ad estrapolare quei dati della ditta telefonicaq potrei  chiudere tutte le comunicazioni. Ok continuiamo cosi’- Giovanni davanti al computer. 

Ritornando a quella sera dell’acquazzone 

La guadia forestale che era in casa di Elio si fece accompagnare ai piani superiori. Elio gli  mostro’ il computer principale con le varie prese per il telefono e per il modem. 

Guardi parco – Questo e’ l’accesso principale? – 

- Tutto qui agente.- 

- -Ok, vediamo se riusciamo a capire qualcosa, con questo freddo chissa’ che sta succedendo  fuori, Se prendo quello stronzetto che sta facendo questo gli faccio passare la voglia di  uscire di casa- 

- Per qualsiasi cosa chieda comandante- 

- Non sono comandante, ma quel furbetto dal pigiama a strisce deve avere un contatto con  voi, forse si e’ attaccato alla vostra wi-fi. Io non sono molto pratico di computer, e non  posso chiamare nemmeno il nostro specialista. Non so come mai neanche i telefoni  chiamano.- 

- I nostri telefoni sono spenti. Se le e’ utile proviamo ad accenderli e potremo cosi’ provare  dai nostri.- 

- Beh..provare non costa nulla- 

-Vado subito, allora 

Scese le scale si rivolse agli amici – Ragazzi riaccendiamo i telefoni da quello che ho capito mi sa  che stasera qualcuno si e’ divertito con i telefoni 

Roberto – ok, acceso, che devo fare? 

Elio – aspettiamo, accediamoli tutti e proviamo a chiamarci tra di noi.- 

Andrea – ookk.- 

Come tutti, provarono a chiamarsi tra di loro, ma tutti davano segnale che il telefono non era  raggiungibile, allora da di sopra l’agente disse a Elio di provare a chiamare il numero di emergenza 

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–Dovrebbero rispondere, il numero per i soccorsi dovrebbe funzionare anche se non c’e’ campo.  Se rispondessero dite che le strade sono intasate dal ghiaccio e che serve almeno un mezzo della  protezione civile per salare l’asfalto e diminuire il rischio di incidenti.- 

-Allora proviamo 

1^ telefonata -Pronto, vigili del fuoco, dovreste venire a YEAR e buttare il sale sulle strade per  evitare danni, e controllare se non fossero gia’ iniziati incidenti causa gelo.- 

-Ok agente abbiamo chiamato- 

-Che ti hanno risposto?- E ELIO – Niente, che sarebbero intervenuti.- 

-Com’era la voce: elettronica o spontanea- 

-Bah… mi sembra spontanea- e l’agente:- sembrava una voce da uomo o da bambino?- -Mi sembrava normale agente!- 

-Ok, grazie, ma secondo me qua c’entra un ragazzino che ha il vizio di giocare coi computer, se solo  riuscissi a farlo funzionare!- 

-Se vuole provo io, Lei mi dice che cosa devo fare e io cerco di accontentarla.- -Prego allora- e spostandosi di sedia fece sedere Elio. 

-Allora mi controlli il wi-fi e veda se ci sono altre persone collegate con la sua connessione  internet. Ok. Cerchi di cambiare la password del wi-fi, vediamo cosa succede.- 

-Fatto agente. E ora?- 

-Ora riproviamo con i telefoni, certo che deve essere successo qualcosa di grande, come si fa a  bloccare autonomamente tutti i servizi 112 e i telefonini tra di loro. Se e’ un ragazzino, deve  conoscere bene internet. In effetti sono loro la generazione 2.0, ma il software che ha sviluppato  e’ qualcosa di innominabile.- 

2^ telefonata – Ok, manderemo subito…GRRR…GRRR…una pattuglia 

Andrea poso’ il telefono e Elio senti’ la chiamata che era in vivavoce, e chiamo’ subito il forestale. 

-Agente, agente la telefonata che abbiamo fatto adesso era molto disturbata..forse la  connessione 

Intanto sotto l’alberone di YEAR. 

Giacomo si riscaldava sotto le coperte e i giubbotti che gli aveva dato Piero. – Grazie ragazzi, senza  di Voi sarei sicuramente morto dal freddo.- 

-E’ il destino che ci ha portati qui, rimaniamo qui con te anche se i soccorsi non arrivano e basta  che le gambe vanno bene- 

-Per le gambe, direi che dovro’ rinunciare a portare a spasso il cane almeno per qualche giorno.- 

La situazione comunque a guardarla da fuori non era proprio delle piu’ edificanti. Ferma a 100  metri la macchina di Piero e piu’ avanti questo albero gigante piegato con tutto il tronco tra la 

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strada e la macchina di giacomo. A vedere bene c’era anche un antenna ripetitore che era stata  colpita e abbattuta sulla strada. 

Piero si accorse del ripetitore solo adesso, mentre chiamava i soccorsi di nuovo, per l’ennesima  volta faceva quel numero che stava ripetendo, dopo aver fatto altre chiamate agli amici senza  nessuna risposta. Girandosi vide il ripetitore e andando verso Luisa disse: -Ecco perche’ non  prendono i telefoni, laggiu’ c’e’ quell’antenna che e’ caduta. Pero’ l’ambulanza mi ha risposto, non  capisco perche’ non arrivano!- 

Intanto sotto l’albero Giacomo cominciava a dare segni di sfinimento, forse aveva battuto anche  la testa e incominciava a sentire nella sua mente un ricordo. 

L’albero di YEAR era la parte riconoscibile della storia del paese. Quando andavano a giocare sotto  di esso, le fronde coprivano la luce del sole dell’estate. I giochi erano dei piu’ disparati. Da  campana, al tiro al volo con i sassi, tipo baseball. Da nascondino, fino alla costruzione sotto di lui di  carrette da poter guidare. 

Ecco era li’ a fare a gara a chi si nascondeva nei dintorni con casa base che era posta sul tronco  dell’albero.  

Anche i grandi conoscevano l’importanza dell’albero, dove facevano dei raduni col sindaco di YEAR  per discutere. Era il nuovo Consiglio Comunale. Si stava sotto e gli abitanti portavano delle sedie  con cui poter seguire senza sforzi le assemblee che si svolgevano ai piedi dell’albero. Questo  d’estate, l’inverno invece era punto di aggregazione per i turisti che venivano a vedere l’albero che  aveva fatto scudo per un soldato della Grande Guerra che vi si erra rifugiato tra le cime e che  racconta la leggenda rimase li’ finche’ la Guerra non fini’, il soldato si narra riusci’ grazie all’albero  a trovare cibo e acqua e trovarsi al riparo dalle intemperie per molto tempo. Si narra anche che la  sua corteccia aveva, se trattata, un effetto salvifico che guariva dalle malattie. 

Il soldato poi tornato a casa, vi ritorno’ dopo qualche anno e mentre si trovava sotto le cime, esse  si piegarono verso il basso quasi ad accogliere con un abbraccio il vecchio amico di guerra. Ecco  perche’ tutti gli anni veniva fatta una celebrazione in ricordo delle vittime di guerra proprio sotto  l’albero. Ricordando come la Natura ebbe piu’ forza dell’uomo nel resistere agli spregevoli fatti di  essa. 

-Solo chi ha provato come me questa paura trovera’ rifugio nell’albero- lamentava Giacomo  caduto in delirio in macchina. 

-Giacomo, prova a rispondermi, non ce la faccio piu’, aiutatemi, qualcuno mi aiuti- Ma erano come  parole al vento. Erano li’ gia’ da un ora passata e nessuno arrivava, loro invischiati nel ghiaccio e – come si fa, non e’ possibile che non arrivino. Giacomo resisti!- 

Intanto da MR. NUt la situazione era perfetta per lui, un piccolo adolescente che voleva prendersi  gioco della societa’ con l’incoscienza che non ti fa riflettere su cosa stai facendo. Ma Lui trovava il  tutto molto divertente, - ahaah.. mai giorno migliore per testare il gioco. Fammi vedere quante  chiamte al centralino sono state fatte?...Cosa piu’ di 100?, in questo poco tempo? Non me lo sarei  mai aspettato.-

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Con il computer sulle ginocchia e un pacchetto di patatine in mano si divertiva a riascoltare i  messaggi che le persone inviavano al soccorso. 

-Guarda, guarda questi sono li’ fermi da quello che ho capito, certo con questo ghiaccio. Aspetta  che succede, il messaggio si stava bloccando che sta succedendo? Ha come avuto un disturbo. 

IL LERCIO non mi ha avvertito di problemi particolari, Giovanni IL LERCIO non farmi scherzi o anche  se sei un pezzo grosso, te la faccio pagare.- 

E riflettendo – Che faccio lo chiamo?- proseguendo il ragionamento – Forse e’ meglio che lo lascio  stare.-penso’. 

Allora che fece? Mando’ un messaggio e-mail a Il LERCIO con su scritto: “cosa posso fare se mi  vedono?” 

Attese la risposta :”io non ti conosco” 

-Quel ragazzino mi sta immischiando in un vero guaio, lo sapevo che non dovevo fidarmi. Fammi  vedere che sta succedendo- Prese il notebook e dopo vari inserimenti di parole su esso , prese la  situazione in mano. Da li’ aveva una visione chiara delle chiamate e della localizzazione di esse. 

La sera era abbastanza movimentata, ma lui pensava ancora a quel soprannome IL LERCIO,  datogli per i suoi traffici. Dopo aver molto pensato che i paesani l’avrebbero messo nei guai, e  dopo che era scoppiato a tal punto da fare una giungla della cittadina. Incomincio’ a realizzare che con tutto quel casino, la polizia avrebbe indagato per i danni di quella sera. Aveva combinato un  pasticcio, la furia non gli aveva fatto vedere bene la strada per fuggire da controlli e supposizioni  che gli inquirenti avrebbero fatto, poi quel ragazzino potrebbe fare di testa sua e se beccato fare il  suo nome. 

Come fare? Ando’ in cucina a mangiare una mela e rimurginando fra se stesso arrivo’ alla  conclusione che se avesse riportato la tranquillita’ forse i preposti avrebbero pensato ad un  guasto. Era contento da una parte di aver combinato quel guaio ai lacche’ che vedeva ogni giorno,  ma forse questo era troppo. 

Dopo aver pensato tutto questo tra lo sguardo sulle posizioni delle emergenze e con in mano la  mela, invio’ un messaggio e-mail a MR. NUT dicendogli “Sono costretto a fermare tutto. Non ti  preoccupare e lancia un messaggio alla polizia che tra poco finira’ tutto, ma che se dovessero  cercarti digli che non sei solo a ottenere questo programma e che sicuramente ricapitera’ le sere  avanti- Per sicurezza scrisse anche che – Devi mandare subito quel messaggio, la polizia e’ sulla tua  strada, sei obbligato. Scrivi cosi’- 

Giovanni era preoccupatissimo, cercava con quel messaggio di far incastrare se fossero stati verso  la pista che li portava all’LERCIO, dirottandoli verso MR.NUT. 

MR. NUT appena appreso dello stesso ebbe un freddo improvviso, divento’ bianco in faccia e – Ma  si era detto che potevo dirigere il segnale per tutta la notte, e poi avrei dovuto chiudere il  programma. No io il messaggio di arredermi non lo mando mi dispiace.- 

Aspetto’ ancora qualche secondo in un silenzio rigido, quando MR.Nut disse fra se’ e se’ –Cavolo  sono incastrato. Quel problema era la polizia che mi trovava.- e poi pensava- se non vuoi finire in 

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cella…chiama!- Fu in quell’attimo che prese il telefono e chiamo IL LERCIO giovanni. Si sentiva la  segreteria tipica di quando il telefono e’ spento, dall’altra parte. Fu preso dal panico, incomincio’ a  camminare su e giu’ per la stanza quando arrivo’ una mail “ Sono io hai fatto cio’ che ti ho detto.  Mandami una mail che i telefoni non funzionano, forse e’ una parte di programma che ha  interferito con essi- Giovanni IL LERCIO aveva infatti provato a chiamare anonimamente alcuni  contatti che avevano sotto controllo i movimenti della polizia sotto forma di intercettazioni, come  avevo gia’ detto controllavano anche le telecamere dei commissariati quelli di “MOTOR MILLE2  tramite i programmi del Giovanni, ma alla chiamata tutti i telefoni erano staccati e l’immagine che  dall’altra parte controllavano gli uffici polizieschi mentre nessuno li poteva raggiungere, era  presente nella mente del LERCIO, ma che in realta’ adesso gli veniva in mente che questa storia dei  numeri di soccorso avrebbe anche interferito con i suoi basisti… e se qualcuno di loro avesse fatto  un incidente? Era da correre subito al riparo. 

Dall’altra parte in casa delle 3 coppie di amici. 

Il forestale dopo aver visto che la connessione forse partiva da casa di Elio, accese il suo computer  e si mise a vedere le e- mail che aveva inviato ai superiori per esporre il problema, adesso avevano  appena risposto. “Cercheremo di capire da dove proviene e come cercare di far ripartire il  segnale.” E continuando “stiamo anche cercando di mettere in contatto la protezione civile col  sistema dei vigili del fuoco e delle ambulanze, dobbiamo comunicare tramite mail, perche’ il  servizio telefonia non funziona”. 

La serata era stata rovinata, il game “risposta esatta cruciverba” era stato interrotto dall’agente e  anche Roberto e Andrea che si contendeva il quadro erano tra di loro preoccupati da cio’ che era  successo. Andrea si rivolse a Laura, sua moglie, -Speriamo che nessuno abbia bisogno di aiuto e  sinceramente mi sto preoccupando per le altre persone che non sono venute ancora qui.- 

E Laura – Hai visto il destino, non volevamo vederli arrivare per non disturbare il gioco e adesso  non vogliamo altro che sentirli.- 

Roberto all’agente – agente ma allora anche le line del telefono sono staccate, e se non ho capito  male la posta elettronica funziona.- 

Agente – si le mail sono le uniche cose che ci collegano col mondo esterno 

Roberto allora prese parola e disse – Proviamo a mandare una mail a Giacomo e Piero, non sono  arrivati puo’ darsi gli sia successo qualcosa o forse con la strada ghiacciata non si sono mossi da  casa.- 

E Beatrice – Provo subito 

Intanto sotto l’alberone i 3 amici si tenevano coraggio tra di loro 

Per cercare di tenere sveglio Giacomo Piero incomincio’ a raccontargli i loro incontri, giusto per  non fare che il sonno lo abbracci e quel dolore che sopportava e quel freddo non abbiano verso di  lui la fine della sua storia. 

-Giacomo di ricordi quando venivamo qui sotto l’albero di YEAR a giocare..Ti ricordi?

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Quando tiravamo il pallone in alto e si incastrava sulle sponde dell’albero e maledetto quell’albero  aivoglia a tiraragli sassi per farlo cadere.. Ti ricordi? 

Ti ricordi quando i vecchi ci raccontavano che quell’albero aveva poteri salvifici, curava le  malattie…Aspetta, aspetta! Adesso ne prendiamo un pezzo e te lo faccio mangiare, cosi’ ti sentirai  meglio, Ci credi? Dai dammi il tempo, Non addormentarti eh.!- 

All’improvviso un piccolo suono proveni’ da dentro l’abitacolo, Piero riusci’ a sentirlo perche’ tra il  silenzio del freddo, del ghiaccio e il silenzio della zona lontana da luoghi abitati, si avvicino’  all’abitacolo e disse – Non sara’ che rifunzionano i cellulari, e come se il ripetitore e’ abbattuto.  Luisa prova a chiamare qualcuno a casa di Giorgia, la moglie di Elio.- E affacciandosi verso  l’abitacolo vide un telefono acceso. Cerco’ di spingersi per prenderlo ma senza riuscirci, allo stesso  istante suono’ anche il telefono di Luisa e il suo. Andarono tutti e due a vedere erano delle e-mail. 

“Dove siete? state bene? Guardate il telefono non funziona e il numero delle emergenze e’ stato  hackerato, funzionano solo le e- mail. Fateci sapere siamo in ansia!” 

-Ecco perche’ l’ambulanza non arriva!- 

E Luisa- Mi e’ arrivata anche a me la stessa e-mail- 

-e Piero – Certo non avevamo pensato di scrivere con la posta elettronica, mentre e’ l’unica cosa  che possiamo usare.- e dicendo cio’ prese il telefono e scrisse “Siamo all’alberone di YEAR,  Giacomo ha avuto un incidente ed e’ incastrato nella macchina sotto l’albero che e’ venuto giu’. Io  sono impedito ad andare ne’ avanti, ne’ indietro.Sto con Luisa. I soccorsi non arrivano gia’ da  un’ora e mezza. Siamo impediti, fateci venire a prendere da qualcuno. Venite a liberarci da qui e  venite a salvare Giacomo. Piero.” 

Dalla casa di Elio appena letto il messaggio comincio’ la preoccupazione e l’ansia che e’ incessante  in cui dei tuoi cari stanno male. L’agente della polizia forestale cercando di calmare i presenti invio’  a tutti i capi la segnalazione e dopo fatto questo rientro’ nel salone della cassa ormai in preda a  persone che camminavano su e giu’ per essa e disse che era disposto ad andare lui stesso se non  avessero risposto le autorita’ competenti. Allontanatosi verso la stazione dove era il computer  disse – Ti prendero’ e se non saro’ io ti staneranno i miei colleghi.- 

MR.NUT preoccupato per cio’ che succedeva – Sono stato io- era la sua resa. – come faro’ ?- e  guardando l’orologio cercava di prendere tempo, anche se non aveva piu’, IL LERCIO avrebbe  staccato tutto tra un po’. 

Alla fine decise di non inviare il messaggio che il LERCIO gli aveva comandato di scrivere, almeno  non senza avere un dominio web sicuro. 

-Non mi faro’ impressionare- se la paura fosse un impermeabile avrebbe fatto scivolare il tutto, ma  cosi’ non e’. Poi per mandare un messaggio anonimo alla polizia avrebbe dovuto usare un indirizzo  di posta elettronica non rintracciabile. La paura gli aveva fatto dimenticare che c’era un app sulllo  store che ricorreva al dark-web. Forse li’ avrebbe trovato il modo di scovare un programma per  l’anonimato dei messaggi. Preso dall’illuminazione cerco’ subito di infilarsi nell’internet nascosto,  in fondo anche lui aveva una conoscenza del computer. Mentre cercava sperava solo che IL LERCIO  gli avesse dato qualche minuto in piu’.

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All’improvviso tutto fu piu’ chiaro. Entro’ nel dark-web ed ecco la soluzione MR:NUT sprizzava  gioia da tutte le parti, il pacchetto di patatine che aveva in mano con un sussulto le fece cadere  una buona manicciata. Aveva trovato come inviare messaggi criptati senza lasciare traccia costava  un po’, alcuni bit-coin che aveva risparmiato furono spesi in quella app. che avrebbe lasciato con  un pugno di mosca le autorita’. 

-Ecco adesso posso mandare il messaggio, ma tu LERCIO me la pagherai, mi hai messo in difficolta’,  questo programma che mi hai dato doveva essere al di sopra di ogni sospetto e invece…Ok  comunque mandiamo il messaggio prima che possano raggiungermi 

Invio’ il messaggio da mittente sconosciuto alla polizia, copio’ pari passo le parole che aveva scritto  Giovanni IL LERCIO. Nel mentre pensava – Chi sa perche’ abbia dovuto- IL LERCIO –scrivermi e  abbandonare il sistema che impazzisce il soccorso, come so lui e’ veramente un’ asociale, ha  goduto come me mettere in pericolo tutta questa gente. Sicuramente c’e’ stata una falla,  altrimenti non si spiegherebbe, qualcuno avra’ gia’ rintracciato la mente dell’opera?- 

Fattosta’ che ne’ IL LERCIO, ne’ MR:NUT conoscevano a fondo quanto clamore aveva dato la loro  opera. Su tutti i telegiornali del luogo si era gia’ scoperta e divulgata la notizia, le forze dell’ordine  si stavano muovendo con difficolta’ solo perche’ il tempo inclemente dava problemi. E tutti i TG  dicevano che l’autore era prossimo ad essere preso. 

I pochi che non sapevano dell’accaduto via TG era casa di Giorgia che aveva la tele spenta, come IL  LERCIO e MR: NUT. Questi ultimi si divertivano solamente passando alla geolocalizzazione degli  eventi accidentali che chiedevano senza ricevere soccorso. Quando ne vedevano accendere una  casella nuova, un luogo dove stavano chiamando i soccorsi erano come se avessero conquistato un  territorio, ora pero’ dopo la imminente chiusura del sistema la preoccupazione saliva, IL LERCIO  aveva paura della ritorsione della gag del MOTOR MILLE e MR.NUT della polizia. MR.NUT e  Giovanni IL LERCIO visti in contemporanea accesero la tv e sentendo le ultime notizie, cercava  entrambi di ripulire da programmi internet dedicati agli sporchi traffici – Non sara’ certo questo il  problema- Giovanni IL LERIO che cancellava nel cestino –se sono sulle nostre tracce vuol dire che  non troveranno niente. E se per caso venissero a cercare nelle mie usb o nei miei appunti adesso  scendo e porto tutti i miei dati nel bunker protetto nella mia cantina.- 

A quel punto fece crollare il programma .si riaccesero tutte le chiamate fatte e da allora il  problema soccorsi non fu piu’ un problema. 

MR.NUT e IL LERCIO aspettarono che in televisione vi fosse data la notizia che sarebbe ripartita la  macchina dei soccorsi. 

Intanto fu avvertito l’agente a casa di Elio che il telefono delle emergenze era ripartito e ne fece  subito messo a conoscenza a tutti i presenti nella casa. 

-Allora chiama te per Giacomo, avverta lei agente, le daranno sicuramente piu’ ascolto.-disse  Laura. 

-Ok me ne faccio carico io, ho bisogno pero’ del vostro computer per vedere e cercare di  contattare la polizia postale perche’ proprio da qui il segnale e’ partito.-

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Ando’ di nuovo sopra e messo al computer – Ci sono un migliaio di cose da fare. Cercare le  ambulanze per chi ha chiamato. Cercare di intervenire con poliziotti e carabinieri per chi voleva  sporgere denuncia, chiamare i vigili del fuoco per problemi di incidenti o similari. E poi bisogna  vedere se in Centrale possano risalire alle chiamate che sono state perse in queste quasi due ore.- 

-I vigili, i vigili …chiamate i vigili.- erano le ultime parole che l’agente fece tramite mail per  mandare aiuto all’amico di famiglia Giacomo. 

E in risposta era arrivata una mail del Commissariato che diceva che le chiamate dei soccorsi si  erano come accumulate una su l’altra e che forse si potevano decriptare dal loro stato silente.  Inoltre chiesero al forestale di inviare l’indirizzo in cui si trovava perche’ anche secondo loro il  

segnale delle chiamate proveniva proprio da li’, era presto per poter capire chi fosse stato a creare  quel casino, ma erano fiduciosi. 

MR.NUT aspettava. Giovanni IL LERCIO aspettava. -LERCIO di merda- diceva il primo – lacche’ di  merda- il secondo. 

Erano li’, ma se MR. NUT era piu’ arrendevole alla situazione, IL LERCIO cominciava a darsi da fare  per non essere piu’ scovato e mettersi al riparo dalla mala che aveva piu’ di un motivo per  prendersela con lui. Guardando la televisione – ok, aspettiamo che dicano che si e’ fatto vivo il  manipolatore- per poter essere sicuro che quel cretino di MR.NUT avesse fatto come lui gli aveva  chiesto. –Avra’ fatto come gli ho detto?- 

Nel frattempo una chiamata al cellulare non poteva arrivare, ma al posto dove abitava IL LERCIO  arrivo’ una bella busta anonima, lasciatala sul portone dove uno squillo del campanello fece far  venire alla porta IL LERCIO che timoroso stette un attimo in silenzio, per paura che fosse la polizia.  E abbassatosi sotto il portone di casa trovo’ questa lettera. Anonima. Con su le parole “Non sarai  stato mica tu? Sappiamo.Cerca di risolvere il problema.” 

Era scritta a macchina e sulla busta c’era scritto “dopo aver letto. Bruciare.” 

Collego’ che ad averla scritta e fatta arrivare solo ora non era stata scritta di fretta un minuto dopo  il telegiornale, ma penso’ che fossero stati le talpe nei vari posti in cui la polizia era sorvegliata, che  avendo visto di che cosa cercavano i gendarmi, sarebbe stato lui l’inventore. 

e continuo’ –Brutti guai! Questi mi fanno la pelle.- 

Frenetica era l’attesa che rivolgeva verso gli scagnozzi di MOTOR MILLE. Sapeva che anche se non  l’avrebbero preso, la polizia, sarebbero stati gli sgherri della banda a fargli del male. 

Infatti proprio questi sul dark internet non potevano entrare, perché di fatto erano pesci piccoli  che erano destinati a fare leva della loro forza , per far capire come le cose andavano fatte. 

1^ pesce piccolo: -hai sentito ciò che ha detto il boss?- 

2^ pesce piccolo: - Si che le telecamere della polizia stanno per acciuffare colui che ha causato  questo casino.- 

-Ecco ha detto che se il tipo, giovanni, dovesse lasciare la sua casa lo dovremmo inseguire e  portare al solito posto.-

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-Ok noi la lettera gliel’abbiamo portata, aspettiamo se si muove.- 

-Certo è che se hanno a disposizione, i poliziotti un aggancio all’internet nero, siamo fritti.- -Cos’è questo internet nero?- 

-Tu non preoccuparti e fai ciò che ti dico io.- 

All’improvviso fuori da casa del LERCIO dove erano anche presenti i due pesci piccoli  incominciarono a passare in strada i mezzi della protezione civile e dei vigili del fuoco. Seguiti a  sirene spiegate da volanti di polizia. 

-Cos’è questo casino?- 

-Ti ho detto di non preoccuparti, ancora non sei convito del boss che è tutto apposto, quando si  rispettano gli ordini?- 

-No…è che…- 

-Si vede che c’entra il nostro informatore Giovanni.- 

I mezzi incominciavano a districarsi sulle strade e ripulendo col sale il ghiaccio. A mano a mano che  andavano avanti trovavano macchine in testa-coda, incidenti semplici, più complessi, e tutto ciò lo  segnalavano alle ambulanze se occorreva affinchè venissero curati in modo più celere possibile,  visto che quel black-out che era sorto da due ore, era stato scoperto solamente da almeno una  mezz’ora, trequarti d’ora fa. 

Arrivati all’alberone, i mezzi di soccorso furono chiamati 

-Chiama l’ambulanza e digli che c’è un uomo sotto un albero.- 

Sceso il vigile del fuoco dal mezzo si avvicinò alla macchina di Giacomo che vedendoli arrivare fece  un urlo liberatorio tipo- ohhhhhh… ce l’avete fatta. Vi aspettavamo è già parecchio che sta qui  sotto.- 

-Voi due- intendeva Piero e Luisa – avete qualche problema?- 

E Piero – No siamo degli amici di quest’uomo incastrato, l’abbiamo incontrato per sbaglio e ci  siamo fermati perché lòa strada non era più percorribile. Ma come mai ci avete messo tanto?- Quest’ultima domanda fu fatta con tono di rimprovero. 

-Guardi c’è stato un guasto e ci siamo accorti del servizio occupato da poco più di mezz’ora 

E continuò dicendo: - Ma cos’è lì? Quello è il ripetitore centrale dei telefoni.- e affermò – Ecco  trovata la causa del perché non funzionavano nemmeno i cellulari. 

Chiamate anche per dire che il ripetitore, la centralina del segnale della telefonia è caduto, sempre  qui in zona alberone di YEAR.- 

Rispose l’altro uomo dei vigili del fuoco, che nel frattempo stava insieme alla protezione civile con  la quale viaggiavano in coppia e si stavano dirigendo verso la macchina incastrata, per tirare fuori  l’uomo dentro – Sarà fatto!-

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E il primo vigile verso l’uomo della protezione civile – Che dici possiamo metterla apposto o  dobbiamo chiamare la rete che lo gestisce?- 

-Guardi capitano, io qualche cosa la ho dietro per aggiustare, ma mi sembra più importante  continuare il giro, chiamiamo la rete e la facciamo venire sollecitamente, ci penseranno loro 

I due boss piccoli stavano lì, fuori casa di Giovanni IL LERCIO dalla sera prima. 

-Come?- disse uno degli scagnozzi, alle prese con il pedinamento del Giovanni. E parlando con  l’altro pesce piccolo. – Mi è arrivato un messaggio, il nostro Giovanni, viene chiamato IL LERCIO  dalla gente del paese e lo sai perché?...Perchè traffica affari loschi con noi e con gli altri di noi.- 

-Questo vuol dire che se lo hanno chiamato così ci hanno visto insieme a Lui! Vabbè a me non  interessa tanto sono pregiudicato, non è che se mi cercassero tra gli archivi mi possono prendere,  certo se ci beccano in flagrante sono guai!- 

- E’ già è proprio questo il problema. Dobbiamo stare alla larga da lui, mentre invece stiamo sotto  casa sua alla mercè di tutti!- 

-Che ti hanno detto, bisogna farlo fuori?- 

-Per il momento dobbiamo prenderlo e portarlo a GIGLIO, là il boss ci informerà cosa fare. Adesso  entriamo e cerchiamo di fare alla svelta, che se tutto sto casino è stato fatto da Lui la polizia starà  qui il prima possibile per loro.- 

Scesero dalla macchina e si avvicinarono alla porta dove2 poco prima avevano portato quel  messaggio al LERCIO. Certo è che la situazione andava evolvendosi di passo in passo. Prima il  blocco dei soccorsi e la linea telefonica fuori servizio, poi la scoperta di più alti in grado della mala  che Giovanni fosse colpevole dell’accaduto e infine la scoperta forse origliando da qualche altra  telecamera, in funzione della mala proprio grazie a Giovanni, che IL LERCIO veniva chiamato così  per le male frequentazioni. 

La mattina allora suonòIl campanello di casa. Giovanni IL LERCIO si avvicinò di nuovo alla porta  timoroso ormai di come potevano andare gli eventi. Guardò dallo spioncino e vide quei due  uomini che già conosceva. Prese coraggio e aprì. – Tu vieni con noi.- presero Giovanni e lo  portarono di peso in macchina. Giovanni una volta preso fuori dal portone non fece resistenza ma  si lasciò portare dai due. 

-Dove mi portate?- 

-Non siamo autorizzati a dirtelo. Ti sei messo nei guai però.- 

- Lo so è tutta colpa mia però se mi date retta si può rimediare!- 

-A noi puoi dire anche che la luna è quadrata ma da unorecchio ci entra e dall’altro ci esce, aspetta  ad arrivare e potrai spiegarti meglio col capo.- 

-Lo sapevo, dannati lacchè.- e cambiando voce, col pianto in gola – Non dovevo farlo ma sono  stato esasperato, a voi non vi è mai capitato?-

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e il 1^pesce piccolo – A me è capitato che se non porto un lavoro a termine poi devo vedermela  con chi voleva quel lavoro. Comunque non perdere tempo a spiegarti, ma trova una soluzione in  questo tragitto da riferire al capo.- 

-Non mi farete del male? Lo so…lo so la risposta da dare al boss già ce l’ho.- 

E girata la curva in lontananza si vedeva il centro commerciale di GIGLIO. Giovanni si chiese: - Mi  portate a GIGLIO?- e loro – Si siamo quasi arrivati.- 

Giovanni tranquillizzandosi perché sperava che lo portassero in un luogo pubblico come il centro  commerciale, beh… lì non è che si potevano mettere a sparare. Era convinto che il posto fosse  proprio quello lì perché se fossero andati a portarlo in un luogo segreto, forse dopo i fatti di oggi  l’avrebbero preso più facilmente che in un posto così pubblico, visto lo spiegamento di polizia che  oggi cercava nelle case dei sospettati colui che fosse stato a fare quello scherzo. 

Eccoci qua l’intuzione del LERCIO forse era giusta, ma egli aveva scordato ciò che più di tutto aveva  fatto cadere la goccia dal vaso. E cioè che era stato visto insieme a dei traffichini di ogni tipo e che  la gente gli aveva affibbiato quel soprannome che quindi una volta giunto alle forze dell’ordine,  avrebbe fatto scappare così un bell’allarme in cui tutti coloro che lo frequentavano sarebbero  senz’altro seguiti dalle forze dell’ordine. Era pur vero che MOTOR MILLE era riconoscente per tutto  il lavoro che aveva eseguito fino ad allora, ma adesso? Cosa fare? Era questo che si chiedevano i  gestori degli affari. 

Il ^ pesce piccolo – Scendi!- Giovanni IL LERCIO ci aveva indovinato, più o meno, erano all’interno  del parcheggio sotterraneo del centro commerciale. Sceso dalla macchina lo portarono verso un  uscita di emergenza. Era vero che c’erano telecamere anche lì, ma in primis era buio e quindi non  riconoscibile dalla gente che stava lì per la spesa. E in secondo luogo le telecamere erano gestite  anche dagli stessi affaristi che controllavano da fuori. 

Lo stesso MR.NUT non sapeva perche’ Giovanni IL LERCIO avesse acconsentito a dargli quel  programma dopo tanti rifiuti. Certo è che lo aveva messo nei guai costringendolo a mandare quel  messaggio alla polizia. Se l’era cavata con il dark-web ma la paura era tanta. In primis della polizia,  e in secondo luogo dalla reazione che avrebbe avuto IL LERCIO temendo che avesse fatto qualcosa  di sbagliato lui quella sera e che avrebbe pagato il suo errore con qualcosa che non avrebbe  immaginato. Questo perché IL LERCIO per quel poco che lo conosceva aveva un carattere che  portava a pensare che la vita umana fosse una causa della perversione degli esseri viventi.  

Già da prima che il LERCIO conoscesse MR.NUT, egli passava la giornata a guardare dalle panchine  la gente che affrettandosi uno con l’altro senza nemmeno guardarsi in faccia. Quando entrava al  supermercato, alla cassa tutti erano automi. I cassieri che passavano prodotti meccanicamente  con un bip che riordiva tutti all’attenzione che l’oggetto fosse passato. I clienti che si sbrigavano a  passare sul tappeto rullante tutti i generi alimentari che avevano comprato, senza una parola. Poi  se il cliente scambiava una chiacchera col cassiere, Per lui, IL LERCIO, era ancora più riluttante. Le  parole, vane per lui, passavano dal meteo alla validità o meno di un prodotto. Quando si passava a  livello personale, se come succede i clienti abituali dopo un po’ prendevano simpatia per il  commesso. Allora lì si spiattellava tutta la vita dai figli al marito, dove tutti potevano sentire ciò  che dicevano. Senza vergogna. La gente poi, ovunque, quando viene invitata a parlare dei fatti  propri, è difficile che dica che non sia tutto apposto, quindi alla fine della fiera: i figli lavoravano, i 

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mariti erano irreprensibili, la vita sociale e famigliare era come una storia da favola. In questo IL  LERCIO vedeva tutta la falsità della gente. Alcune erano e si vedeva dal volto segnato dei  sopravvissuti a quella Terra, cercavano di nascondere la propria intimità, ma la nostra società ci  vedeva uno contro l’altro senza pietà per gli sconfitti di qull’esistenza, eppure di questo tipo di  persone ce ne sono tante. Al punto che per IL LERCIO anche queste persone davano fastidio, il loro  non lamentarsi per portare con inquietudine e speranza la propria esistenza, faceva di loro dei  possibili lacchè. E cioè erano, anche se la vita li aveva tormentati e messi alla prova, disposti anche  a sacrificare i propri ideali per cercare di acquistare una pace e una serenità che gli era mancata da  una vita. Mentre gli altri “normali” si indaffaravano a mostrare quella parte di sé che per il LERCIO  era solo la dimostrazione che il loro pensiero di sembrare normale era solo la capacità che  avevano sotto le proprie parole ad arrivare ad un grado di positività disposto a tutto affinchè non  venissero etichettati malamente sulle loro vite vere. Una sorta di buon costume che dilagato tra la  storia umana non faceva che altro ad strisciare per ottenere la loro superiorità uno con l’altro. 

Altra cosa era di dimostrare la propria serenità, perché il Giovanni incontrava anche quei piccoli  personaggi che sereni lo erano davvero, si dimostrava allorchè andava in banca od ad altri uffici  pubblici. Tutto stava nel dimostrare la escalation di queste tipo di persone che nel denaro avevano  trovato la pace interiore ricercata anche dagli altri, ma tolto il denaro con cui prestavano le loro  vite alla felicità che cosa ne rimaneva della loro apparente non riconoscenza verso nessuno, se non  della propria vita? E chi era sereno senza soldi? Ecco lì era già più complicato dimostrare una  totale estraneità nella normalità dei giorni, infatti questo tipo di persone non faceva altro che  agganciarsi al loro perfetto, anche se modesto, modo di vivere. La riconoscenza essi la mostravano  solo e comunque verso le altre persone che con i loro grazie non facevano altro di ingraziarsi la  simpatia degli altri come se per ogni parola gentile essi fossero grati agli altri, ma quanto poteva  durare questo loro stato d’animo? Il tempo di una sgarbatezza nei loro confronti, un esattore  troppo scrupoloso, un problema con la burocrazia, che subito usciva la loro maldisposizione verso  l’importanza dei gradi gerarchici più alti. La cosa veniva dunque risolta con la gentilezza verso gli  altri che però era minata dal loro sottostare verso coloro che avevano un qualche potere in più. La  semplice cosa di piegare la testa e sottostare con gentilezza a questi. Lacchè per Giovanni, una  lunga serie di lacchè. Cosa ci possiamo fare se la società è così povera di persone grate senza  scendere a patti con le altre? Si chiedeva. Ma la risposta era che la sua vita poteva definirsi priva di  riconoscenza, vendeva sistemi per contrastare l’ordine pubblico, le persone erano riconoscenti,  ma Lui era interessato solo dal soldo che gli veniva dato. Quando gli veniva chiesto un ingegno,  non doveva sottostare a nessuno, era lui col suo lavoro a programmare quando e se voleva  venderlo oppure se finirlo, ma senza avere il fiato sul collo, lui faceva il suo compito e chi lo veniva  a comprare la riconoscenza era verso il suo lavoro e non verso lui. Questo faceva si che la sua  persona era disposta a tutto tranne a scendere a patti con il mpondo esterno. La sua noncuranza  negli abiti, nelle azioni quotidiane, faceva si che non togliesse mai di vista la sua libertà, e anche se  i cittadini del paese non pensavano bene di lui, egli stesso non invidiava nessuno a parte la propria  mente, superiore a tutto ciò che lo circondava. La sua mente geniale lo faceva stare bene anche  quando a vederlo da fuori si poteva solo compatire. Ecco un’altra cosa che era diversa dagli altri. I  concittadini lo compativano, mentre lui non compativa nessuno. Quando tornava a casa nella  mattinata, disegnava qualcosa anche su dei fogli. Come diceva lui dovevano essere delle storie che  vedeva quella mattina che sfogava poi in immagini. Beh… se proprio bisogna dirlo non faceva dei  disegni, ma degli schizzi in china che mostravano i corpi di uomini circondati da corvi sulla testa, e 

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tutto attorno della lava nera che mancava un’attimo affinchè non raggiungesse le persone  disegnate. 

Non era il primo disegno che faceva, ma una di quelle mattine disegnò oltre che degli uomini  anche degli animali e in particolare un serpente e dei nidi di uccello. Dopo aver riposto il disegno si  avviò verso la cantina della sua casa e davanti a sé andava a vedere con la visuale di alcune  lampadine accese con un basso voltaggio, una serie di gabbie dove pian piano che la luce fosse un  po’ più intensa, vi era un piccolo serpente di una lunghezza di quasi un metro. Chiuso in quella  gabbia che , penso io, non doveva che farlo girare su stesso togliendogli per lui la sua indole  selvaggia. Subito dopo il serpente c’erano delle gabbiette con degli uccelli, forse messi li’ per dar  da mangiare al serpente. Tutta la stanza , nera come la pece, dimostrava la sua indolenza anche  verso i colori. Quel giorno scese giù nella cantina con quei fogli disegnati, e vicino alla gabbietta  degli uccellini, sul muro, prese del nastro e lo attaccò al muro. Man mano che stava lì sotto si  incominciavano a vedere meglio le cose, e proprio sul muro si vedevano altri fogli. Ciò che era  disegnato sopra non era ben distinguibile, ma sta di fatto che attaccò il disegno del giorno e nel  frattempo ne staccò uno dal muro e lo portò in casa. Il tema era sempre lo stesso, persone  disegnate con la china con in testa stavolta dei serpenti. Non era proprio un bel disegno da artista  ma era piuttosto uno schizzo. Sotto alle persone c’era un tratto marcato di china stante a indicare  il terreno sottostante. 

Arrivato in casa col disegno, si sedette in poltrona e incominciò a fissare lo schizzo. Bofocchiando  qualcosa verso lo stesso inveiva dicendo frasi tipo – La morte venga con te- e a mò di cantilena – e  dimmi come stai nella tua stanza!- Fatto questo accese una candela sul tavolo e accese il  computer. 

Messosi a sedere davanti ad esso, con un occhio al disegno e uno allo schermo, pronunciando  quelle frasi e –ba, ba , ba te devi andare di qua!- seguitate da sillabe lamentose – ab, ab, ab ob, ob,  ob, bu, bu, bu!- e così via guardava il computer e stando nel programma hacker che originava dalla  sua mente stava lavorando al prossimo suo algoritmo. –Ecco che sarà, luce nella vostra oscurità!- ancora verso il disegno. Intanto il lavoro andava avanti e l’ispirazione che gli dava lo schizzo era  tale che in poco tempo riuscì a finire il programma. –Ecco qua, questo e fatto!- disse diretto al  computer stavolta. E liberati così i pensieri prese il disegno si avvicinò alla candela e lo bruciò. 

La sua mente era indispettita e per liberarsi del problema del disegno e purificarsi dal lavoro che  avvantaggiava coloro che non sono proprio delle belle persone – Mi vado a fare una doccia- aprì la  finestra – Esci odore di male!- e mentre andava al bagno - Purificate anche questo spirito  rivoluzionario che per fortuna o forse per sfortuna fa di me non un lacchè.- 

La stanza sempre scura e illuminata solo con la candela e adesso anche dalla finestra aperta per far  uscire le influenze malevoli per lui. Era catapultato nella sua mente, sotto la doccia, in un mondo  pieno di corvi. Infatti mentre ripensava alle cose viste in quel giorno, ritornava nel passato con laq  memoria, ma gli veniva spontaneo vedere le presone offuscate con questi uccelli che sovrastavano  il cielo e il loro gracidare davano mostra che le parole scambiate tra di loro, che lui sentiva,  ricordava bene con quel suono era il disgusto che lui provava verso quelle parole prive di  intelligenza. Dalla strada intanto venivano delle grida, IL LERCIO non gli diede ascolto e uscito dalla  doccia prese a che fare con la barba. Il suo aspetto era trasandato, ma non non curato ,piuttosto 

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dava l’impressione di sporco per via dei capelli lunghi e della barba incolta, molto lunga. Il fisico  striminzito faceva di lui un vecchio anche se non avesse sorpassato la sessantina. 

All’improvviso dallo specchio, mentre si toccava la barba, vide dietro di lui MR.NUT con un  coltellone da cucina - -Sono venuto a vendicarmi!- 

Un attimo dopo scomparve l’immagine, era solo un’allucinazione che nella sua mente perversa  credo gli fosse già capitata. 

-Quel moccioso qui!.. e con un coltello- penso’ subito dopo essersi girato con spavento senza  trovare l’immagine appena vista. 

-Devo essere proprio strambo, per credere che possa accadere.- E poi parlando più infuriato, - Quei lacchè mi hanno tolto le forze, ho ceduto, per fargli del male alle richieste del bamboccio,  fregandome della reazione che MOTOR MILLE potesse avere nei miei confronti. MI hanno  costretto.- e cambiando espressione – Non sono uno di loro, non mi ci sento e non mi ci comporto,  ma ieri sera ho fatto i conti con due situazioni. La prima con chi mi paga e protegge, ma non  essendo uno stereotipo di questa società me ne sono fregato. La seconda è che ho voluto colpirli  più che avessi potuto con dei lacchè che mi chiamano IL LERCIO per i miei affari, quindi si sono  intromessi, e questo fa di me un paladino. MR. NUT o come diavolo si chiama dovrebbe essere  felice di ciò che ho fatto perché lo ho indirizzato su una giusta strada. Non doveva andare come è  andata ma sicuramente è più libero di prima.- 

Alle prime luci del giorno fuori dalla casa del LERCIO c’erano i tre scagnozzi. Che erano stati lasciati  lì fuori dopo gli avvenimenti della notte precedente. Il giorno era tornato chiaro e il ghiaccio ormai  sciolto, anche con l’aiuto del sale, faceva si che la circolazione stradale fosse ritornata alla  normalità. I mezzi dei soccorsi ormai erano tornati alle loro sedi, il più era stato risolto, molti  incidenti avvenuti avevano lasciato qua e là delle conseguenze che potevano essere risolte: con  strade ripulite dalle macchine incidentate, portate con il carro attrezzi alle carrozzerie, persone  ferite in attesa al pronto soccorso e da piccoli incidenti e furti che , come spesso accade non  furono trovati dalla polizia. La notte nera dei soccorsi non aveva fatto poi tanti danni. 

All’alberone la macchina era stata segata per portare fuori Giacomo e alle prime ore del mattino i  tecnici erano sul posto per rimettere a posto l’antenna dei telefoni. 

Ormai alla porta di casa degli amici della sera prima si avvicinò il forestale e con un cenno di saluto  accommiatò tutti dicendo – Io posso anche andar via , mi dispiace per l’inconveniente creatovi- e  rivolgendosi al padrone di casa Elio –potrebbero venire a verificare la vostra connessione internet  alcuni miei colleghi, detto ciò vi saluto e vi ringrazio per l’accoglienza.- 

IL LERCIO infuriato con il mondo, potremmo dire come al solito, ma oggi con più vigore scese dalla  macchina. Ad un certo punto ecco che si sentirono delle sirene in lontananza, i due scagnozzi  corsero verso l’auto e se la diedero a gambe , lasciando Giovanni da solo nel parcheggio del centro  commerciale. 

Non riuscirono però a scappare perché le macchine della polizia avevano chiuso tutte le uscite e  arrestarono con facilità prima i due sulla macchina e poi IL LERCIO lasciato solo nel parcheggio.

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All’arrivo al comando Giovanni era nervoso come mai e davanti all’agente che lo stava  interrogando aveva paura di non riuscire a essere calmo, dimostrando così la sua storia che stava  inventando sulla macchina della polizia. 

Incominciò e prese subito la parola: Ero nel parcheggio perché dalla sera prima non riuscivo a  mettermi in contatto con nessuno, un mio amico doveva venirmi a prendere ma il telefono non  funzionava, ero rimasto un po’ lì poi quando incominciò a fare veramente freddo chiamai un  ambulanza ma non si fece vedere nessuno…. 

Prese di botto la parola il poliziotto: - E allora il tuo amico Evans entrò nel dark web per riuscire a  eliminare tutte le chiamate di emergenza con un programma che fa riferimento a te.- 

E sentendo che qualcuno entrava nella stanza IL LERCIO si girò e vide MR.NUT. Fu preso da uno sconcerto. Cominciò a sudare e gli venne la tachicardia. 

E il poliziotto – e Evans entro’ nel dark-web, conosce Evans?- IL LERCIO ignorava il nome di  battesimo di MR.NUT e rispondendo disse – Mai visto.- 

-Ah…forse lei lo conosce come MR.NUT? Comunque la sua storia era una bella storia, ma  preferisco quella mia.  

Dicevamo. (colpo di tosse) Mr. Evans entrò nel dark-web dove grazie alla storia che abbiamo anche  noi preso degli hakers per cercare di proteggere le nostre telecamere che ciclicamente si  interrompo all’improvviso, facendo passare sotto i nostri nasi ogni tipo di malefatta, abbiamo  aperto grazie, ripeto a questi hackers un sito di messaggistica privata sotto falso nome sull’internet  nero. E guarda un po’ che ci capita che il suo amico usa proprio questo amo.- 

Nessuno disse più niente né MR.NUT, né Giovanni IL LERCIO. 

Tutti e due furono portati ammanettati verso le celle più vicine. Questa fu la fine del LERCIO. 

Mentre per quanto riguarda quelli del “MOTOR MILLE” i due scagnozzi furono arrestati anche loro  e cercando poi nelle fitte stanze del mondo di mezzo dove le telecamere venivano adoperate da  tutti loro, fu trovato pane per i denti affilati della giustizia. E poco a poco furono trovati anche altri,  non tutti certo , ma quella sera “senza risposta” non capitò senza premio.

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