Libro on-line. L’uovo di fabergè
La storia di un ladro e di uno speaker radiofonico che si intrecciano
Sceneggiatura 1
L’UOVO DI FABERGE’
Cosa c ‘è di più riluttante di un corvo sopra la vostra testa . Beh.. uno stormo di corvi sulla testa.
Non solo possiamo spingerci più in là del nostro naso con quelle azioni quotidiane che cercano di poter avverare le nostre speranze, ma in realtà cosa ci ha portato qui è solo un ventaglio di possibilità che ci ha fatto scendere dal nostro carro per poter portare a compimento le nostre grandi azioni per lo scopo che ci eravamo previsti di poter acciuffare.
La nostra vita riportata nell’attimo esatto dove la nostra volontà ci aveva portato è stata influenzata da comportamenti che non avremo mai pensato di fare e che ci hanno distanziato dal nostro scopo, quello di raggiungere la felicità.
Non sempre la nostra felicità è capita dagli altri, ma la strada che volevamo percorrere e stata deviata da altri che ne hanno cambiato i binari. In meglio o in peggio questo lo potrà decidere solo il destino che avverrà subito dopo lo scontro tra noi e coloro che non la pensano come noi.
La strada maestra era stata deviata, il mio capo della radio dove scrivo testi e dove cerco di mettere un po’ del mio spirito e della mia capacità a voler ben dire che non possa rinchiudere dentro di m. Avevo molto da dare per la radio, non potevo farne senza, il mio Io era travalicante e non riuscivo a starmene seduto con tutto quello che avevo da dire senza che nessuno potesse ascoltare ciò che la mia energia sprizzava. Mi sentivo come la forza di una fenice che rinasceva sempre dentro di me e che non poteva mettersi in mostra, che non potesse essere vista da coloro che sembrava aspettassero che il mio centro di energia brillasse anche per loro. Coloro che non aspettassero altro che mi mettessi in vetrina per mostrare quegli aspetti che oltre a me potevano gratificare anche gli altri.
Il mio lavoro consisteva principalmente nello scrivere delle storie che potevano essere raccontate per volare con la fantasia in quelle quattro ore di diretta che scandivano il tempo di quella radio indipendente che mandava musica non stop 24 ore su 24. La programmazione era divisa in più parti nella giornata, ma a parte quelle quattro ore dove si susseguiva un programma di notizie, un programma di storia della musica, il mio programma sulla falsa riga di un racconto giallo che era fatto perlopiù da tanto racconto e poche canzoni. Oltre a questi programmi che occupavano il pomeriggio, andava anche una programmazione mattutina e una serale: di poche ore ciascuna.
Il mio litigio era sulla possibilità di mettere più musica nel programma. Non sopportavo che il mio direttore dopo la mia prima puntata venne da me e mi disse – Stefano devi mettere più spazi musicali, la gente vuole ascoltare musica e se sente per più di cinque minuti la tua voce si stufa e cambia canale.-
Non ci credevo colpito nell’orgoglio. –Ma io non sto dando in pasto al mia trasmissione a dei sprovveduti, i miei ascoltatori e coloro che poi verranno ad ascoltare il mio programma sono delle persone che si vogliono concedere quell’oretta al giorno dove poter respirare e caricarsi con quella specie di libertà che tu forse nemmeno conosci.-
-La libertà? Ma non sai che le persone si rilassano con quelle canzoni che riescono a far passare piacevolmente tutto ciò che vogliono lasciare alle spalle.-
-La libertà direttore è forse che lei lo sappia: la libertà è ascoltare una storia, leggerla. Non ha mai sentito quella frase che dice che il Paradiso forse non è che leggere continuamente senza interruzioni.-
Credevo molto in quella frase, l’avevo fatta mia e non riuscivo a non pensarci quando leggevo un libro o quando scrivevo qualcosa .
Era il mio primo lavoro in radio, ma già avevo scritto più di qualche storia per il pubblico. Mi ero portato avanti e quando a casa mi mettevo a scrivere, nel rileggere trovavo piacere.
-Questo è quello che ci voleva- leggevo entusiasta il racconto – la luce che emana sarà rivolta a tutti che come quelli che cercano di cercare i nostri segreti, così possano vederli in faccia e cercare di sfuggire via da loro con la capacità di ognuno di fare passare in cavalleria il problema- E per finire _ Qui ci sta bene una canzone, no Stefano?-
Poi dall’altra parte della città c’erano due uomini che con il loro grimaldello cercavano di aprire una porta di casa, ladri insomma. Quello che stavano per fare era forse un passo troppo lungo per le lloro gambe. Era la prima volta che cercavano di derubare una casa, avevano solo piccoli precedenti, ma adesso si erano messi a un livello più grande.
Certo non erano dei geni ma avevano la loro dose di curiosità che li faceva più assomigliare ad dei bambini che ad dei trentenni.
-Lascia stare quella spilla da baia, non vedi che non ci riesci!-
-E allora come dovrei fare? Visto che sei più furbo di me?-
-Non dovevamo stare qui- detto sottovoce –Ma chi me lo ha fatto fare! Non ti dovevo dar retta! Lo sapevo-
E il secondo rispondendo – Non preoccupiamoci troppo, finiamo qui e lo sai che ci ha promesso FURIUS? Che saremmo stati in panciolle per molto tempo.-
-FURIUS ci ha promesso che non verremo arrestati?-
-Se non la smetti ti ci chiudo io …ma dentro un ospedale con tutte le ossa rotte.-
-La smetti?- e nel frattempo riuscirono ad entrare nell’appartamento
-Ecco fatto, ci siamo. Che aveva detto di cercare?-
-Una cosa d’oro, eccola lì- era un uovo di fabergè incastonato in una base d’oro.
-Quanto varrà?- e l’altro – Non penso di guadagnare tutti quei soldi in una vita intera, nemmeno se mi metto a rapinare tutte le banche del paese-
-Ok, prendiamolo!- lo misero in un sacco nero a tracolla e uscirono di corsa dalla casa.
Intanto alla radio si intratteneva con la musica prima delle ore di diretta del pomeriggio, e dopo la mia prima puntata e il mio litigio col direttore della radio stessa, rimuginavo tra me –Lo faccio solo perché i miei ascoltatori siano felici di avere quell’oretta di svago con la mia cultura, anche se devo mettere più canzoni del previsto, l’effetto sarà smorzato, ma almeno un po’ del mio entusiasmo rimarrà. Farò vedere a tutti di ciò che sono capace.-
Incominciai a prendere i fogli della scaletta e cercai di immaginare le interruzioni da fare nel racconto per mandare i brani –No questo non va! Non lega con il prossimo spezzone di parole-
Entrò il direttore – Hai deciso sul da fare?-
-Si, anche se non sono convinto.-
-Vabbene facciamo così, dopo la diretta cerchiamo di capire quante persone ti hanno ascoltato e poi ne riparleremo.-
Ed io sottovoce – Penso che dovrai ricrederti.-
La trasmissione incominciò- Ecco a voi, dopo il successo della nostra prima puntata, siamo qui per farvi ricredere su quello che può fare una trasmissione radio, sono con voi quando a questo appuntamento vi rifocillate di cibo per l’anima.-
E seguendo – Con noi oggi ci sarà anche il mio compagno di viaggio che vi introdurrà nei brani che intercorreranno tra un episodio ed un altro.-
Infatti il direttore mi aveva anche costretto ad avere una seconda persona nella trasmissione,- Purtroppo non posso fare a meno di utilizzare questo canale per divulgare la mia luce- pensavo quando la trasmissione era iniziata.
Ma come fare a fare una puntata in cui io dovevo esser solo a raccontare la mia storia e invece adesso ci ritrovavamo in due? Domanda che mi posi anch’io ma la scelta fatta all’ultimo momento richiedeva una elasticità mentale con il poco tempo che avevamo. Io la mia storia gialla l’avevo preparata e avevo inserito anche dei brani in più per far contenta la radio, ma quello che dovevo risolvere era la seconda persona affiancata a me.
Andava in onda il primo pezzo musicale e io e il mio secondo ci organizzammo per il da farsi.
-Dobbiamo condividere la storia- diceva lui, ma io non volevo per nessuna cosa al mondo, era la mia stessa anima che si torceva quando raccontavo con il mio stile le mie storie, lo facevo soprattutto per viaggiare con gli ascoltatori e potermi allontanare insieme ad ogni ascoltatore. Poter riuscire a sentire ogni singolo individuo dietro la radio che distrattamente o con la mente concentrata proprio in quell’istante volavano con me, riuscendo a cancellare ogni pensiero che in questi tempi di buio dovevamo affrontare tutti quanti. La bellezza che sorvolava la noia, la solitudine, la rabbia contro un sistema che non teneva in considerazione coloro che non ce l’avevano fatta. Io al servizio dei cittadini e considerando che l’arte era la cosa più sublime per l’anima da poter consumare anche , come la mia gratuitamente, faceva di me un robin hood. Il piacere della convivialità che alleggeriva coloro che ascoltavano il modo e il testo da me scritto.
Allo scadere della prima canzone c’eravamo noi che ancora discutevamo come andare avanti.
Ma un fatto sconvolse il mio stato di adrenalina che ci voleva per esibirmi.
Il mio compagno infatti non aspettò molto per attaccare discorso e cambiò totalmente genere. –Allora questa canzone sta a significare che l’amore sovrasta tutto. Tu che ne pensi Stefano?-
Non ci pensai due volte, tolsi la cuffia mi alzai e andai via dallo studio inferocito per quel cambio.
Andai subito da Marco, il direttore della radio e mi sfogai –Avevate già deciso tutto?-
-Guarda Stefano non ti volevo silurare ma la tua trasmissione non segue l’indirizzo della nostra radio, sono stato costretto-
- Non mi dire così seri tu che non sopporti il mio genere di come fare le cose, perché ti ricordo che la mia prima puntata ha ricevuto molti ascolti, non puoi negarlo.-
-E tu come fai a saperlo?-
-Non ti preoccupare di questo ho sentito un’amica, la voce è arrivata e tu invece perché mi hai ostacolato.?
-Guarda quella storia sulle uova fabergè, o come diavolo si chiamano, non mi ha convinto e come me anche altre persone che hanno sentito la tua storia.-
-Marco quella storia da me inventata ha una storia vera alle spalle, è tramandata tipo leggenda, ma non mi sembra insomma campata in aria, non credo neanche che non ti sia piaciuta, ma toglimi una curiosità, forse la fine non ti è piaciuta con quegli uovi che all’interno come sorpresa hanno dei fogli antichi, manoscritti che ci hanno tramandato i nostri illustrissimi antenati per far rivivere le emozioni che avevano trovato nel portare avanti le loro scoperte! Che c’è che non va nella storia?-
La faccia del direttore cambiò – Non cercare di comprarmi con le tue storie, dimmi chi è che ti ha detto lo share della tua trasmissione-
-Te lo direi, ma non mi sembri affidabile, non capisco il perché ma se vuoi saperlo devi accettare la mia diretta.-
-Sono d’accordo, chi è stato?-
-Prima la trasmissione e poi vediamo se riesco a fidarmi di te.-
Intanto la trasmissione andava avanti, ma Stefano con l’appoggio del direttore, lo fece rientrare facendo stoppare quello che era diventato la nuova stagione del programma giallo.-
Marco fece un segno al conduttore che mandò la pubblicità e uscì fuori dallo studio, lui uscì e Stefano entrò.
-Riprendiamo dall’inizio- la sua voce suadente e calda, tipica da chi sa raccontare bene come un maestro che legge in una classe di elementari, con tutta quella spontaneità e con la possibilità di catturare il pubblico verso la sua storia. –In quella estate, i due poliziotti giravano di notte per verificare la presenza di persone sospette nei viali della città. Ma era tutto tranquillo… fino a quando un urlo squarciò il cielo…-
Si in effetti non ho mai voluto perdere e ricordai in quel momento che la mia trasmissione sarebbe stato un successo
-Adesso vediamo gli ascolti! Se sono andati male ti dirò chi mi ha detto dello share della prima puntata, se invece è stato un buon successo ti dovrai ricredere e farmi continuare così-
Ero felice ed entusiasta di come era andato il format, anche se avevo avuto difficoltà all’inizio la luce dentro di me era divampata col culmine del finale dove tutto ritornava ciò che era stato, un’esplosione di atomi che la voce calda di Lana Del Rey suggellava benissimo. Presi un bicchiere di succo d’arancio e andai verso Marco.
-Allora?- e lui – Allora sei stato ascoltato da un centinaio di persone!-
-Beh… per la nostra radio non sono poche, calcola che per sentirci devono andare su internet , cercare la app e ricordarsi quando fanno le dirette, per me non è andata così male e poi è solo la seconda puntata…- Nel mentre Marco mi prese per il bavero e mi intimò – Chi è stato?-
-Non te lo dico- e con le braccia mi divincolai da lui.
Era strano quel Marco tutti che lo seguivano scientemente, tutti che pendevano dalle sue labbra quando si parlava di come organizzare una diretta o come sciolinava le canzoni più belle degli ultimi 50 anni.
Ma il lui c’era quello sguardo depresso che non si sapeva bene da dove venisse.
Intanto vista la scena dove mi voleva torcere il collo, e vista la presenza di altre persone. Quest’ultime si avvicinarono cercando di dividerci.
Marco era estremamente nervoso, ma perché? Cos’era ciò che non andava bene al punto di dare in escandescenze.
-Adesso FURIUS ci farà felici a vita, a che ora ti ha detto di portare quell’oggetto?-
-Mi sembra di incontrarci al solito posto verso le 18.30-
-Ok possiamo andare direttamente lì, sono le 18.00 se arriviamo prima non ci farà male-
-Tu dici? Speriamo di non incontrare posti di blocco, quell’oggetto che abbiamo preso penso che sia subito stato segnalato alla polizia. Come fa una persona a non accorgersi che manca un uovo da 2 Kg pieno zeppo di oro e pietre preziose.-
-Sicuramente l’ha segnalato, l’unica cosa che mi rinfaccio è che al posto dell’uovo, non ti avessi tagliato la testa e messa al posto di questo soprammobile, non se ne sarebbe accorto nessuno-
Roberto stava facendo il verso a Carlo che era totalmente pelato
-Ora se non la pianti ti stacco il ginocchio e te lo metto io il soprammobile in quella casa, sta certo che anche così non se ne sarebbero accorti.-
Erano quasi le 18.30 e in attesa di colui che doveva prendere l’oggetto, i due se ne stavano in macchina sul pontile di una città di mare non ben definita.
Eccoci, si avvicinava una macchina su quel pontile dove attraccate sul molo c’erano molte barche ma non tante macchine quanto dovrebbero starci, forse era l’autunno che non invogliava i naviganti e i turisti in quello spazio.
Arrivò una berlina e dalla macchina chi scese? Beh non si poteva proprio prevedere, era Marco il direttore della radio. Che ci faceva qui? Allora la storia di Stefano dell’uovo fabergè con un contenuto speciale all’interno, doveva averlo colpito davvero nel privato.
-Avete l’uovo?-
-Si, eccolo- e lo portarono a lui.
Roberto a Carlo, i due ladri tra di loro sottovoce -Ecco siamo diventati ricchi! shshshsh..non parlare- E sghignazzando tra di loro non presero nemmeno l’accortezza di scambiare l’uovo con i soldi fiduciosi com’erano del prossimo.
-Bravi ottimo lavoro, FURIUS sarà entusiasta, comunque affinchè siate pagati dovrete aspettare che FURIUS lo controlli, sapete com’è qui non c’è d’affidarsi di nessuno.-
E i due –Hai visto nemmeno ci ha pagati, non erano questi gli accordi.-
Ed a voce più alta – Noi il nostro lavoro l’abbiamo fatto, sarebbe giusto avere ciò che ci avete promesso-
E Marco – Promesso? Questi sono gli accordi io porto questo a FURIUS e poi deciderà lui se ricompensarvi o meno.
Marco prese l’uovo e ritornò in macchina, come fosse caduto in quella storia non saprei spiegarlo. Ma andiamo per gradi
Le trasmissioni andavano dalle 14.00 alle 18.00 il tempo stimato per arrivare dalla radio al molo era di circa 30 minuti, quindi come orari ci siamo, ma quella seconda faccia come veniva fuori?
Un direttore appassionato di musica e organizzato per poter prendere decisioni su come gestire gli interventi, le decisioni rispetto a gestire un gruppo di lavoro con la meticolosità di uno scienziato, era espressa però sulla sua faccia un non so che di apatia a volte, quando finiva il tutto. Una specie di insoddisfazione nella propria vita. Scoprimmo che aveva a che fare forse con i suoi traffici illeciti.
Finita la diretta alle 18.00 si alzò e disse – Ragazzi mi dovete scusare ma ho da fare, prendete le vostre cose, qui a chiudere ci penso io, dopo un sorso di succo di frutta i vari personaggi che riempivano quello studio si avviarono all’uscita. Marco aspettò un minuto, assicurandosi che tutti fossero andati via , attaccò la macchina che faceva andare la musica in continuo e se ne andò. Non sapeva se facesse a tempo a ritornare dalla casa di FURIUS che lo aspettava, per poter riaffacciarsi alla radio per le dirette serali. Fece quindi una decisione insolita, chiudendo il portone della radio e mentre si dirigeva verso la macchina prese il telefono e chiamò i conduttori della sera dicendogli una conversazione simile per tutti e tre – Ragazzi mi dispiace ma le trasmissioni di questa sera non potranno svolgersi, ci aggiorniamo a domani.-
Marco arrivò a casa di FURIUS che lo accolse nella sua ville - Allora come andiamo?-
-Bene ho quella cosa-
-Ti sei sbarazzato di quell’impiccione del tuo collega, Stefano mi sembra, no?-
-Ci ho provato!-
-Con quella storia che si era inventato, lui dice che l’ha ripresa da una leggenda ma che in realtà l’unica cosa vera è che ha suscitato una reazione al pubblico proprio prima di prendere quell’uovo di Villa Claudia.
Speriamo che tra gli spettatori non ci siano poliziotti, figli di poliziotti che dopo questo furto ne parlino ai padri, inservienti e padroni di Villa Claudia. Saremmo nei guai.-
Non contento FURIUS rincalzò la dose spiegando che i radioascoltatori sono molto più ricettivi di telespettatori, quella cosa stupenda di ascoltare il suono della voce nella radio superava di molto le parole scandite dalle televisione. Ecco rimaneva più impressa e oltre a raccontargli questo, disse che quel Stefano ci sapeva fare e che andando avanti così avrebbe avuto molte chance di farcela in quel deserto, di colui che si affaccia alle prime armi e che vede in lontananza solo miraggi.
Marco nipote di FURIUS ribadì che sul podcast del sito della radio-web vi erano tutte le registrazioni dei programmi fatti e quindi accese l’ira dello zio che voleva cancellare ogni cosa di quella trasmissione, anche perché il solo Stefano dopo il furto poteva continuare il suo giallo riprendendo storie vere o più che vere simil-immaginate sulla storia dell’uovo. Insomma poteva dar fastidio.
FURIUS era però dispiaciuto che un talento come Stefano potesse scendere dal carro delle future glorie per poi perdere ciò che avrebbe aiutato l’anima delle persone, il cibo dell’anima. Su ciò Stefano e FURIUS avevano la stessa idea.
-Zio ma come devo fare, ha saputo da qualcuno che la sua diretta era andata bene, non so chi gliel’abbia detto, ma comunque i suoi ascoltatori sono sull’ordine di una centinaia.-
-Già ti ho risposto! Potrebbero averla sentita persone che non avrebbero dovuto.-
-Certo ma…-
-Niente ma. Mi dispiace anche a me cacciarlo dalla tua radio, ma forse hai ragione tu, se lo facessimo la gente che ha ascoltato la sua prima storia, potrebbe insospettirsi di più.-
- Lascia stare zio, ho già litigato con Stefano, anche se alla fine l’ha spuntata lui, ma ha vinto una battaglia, quando la guerra quella è ancora da vedere. Farò una riunione e cercherò di far capire agli altri conduttori che la sua trasmissione è altamente noiosa e che non confà alla nostra radio.-
-Non voglio mio caro. Per prima cosa l’enfasi che mette nelle sue storie è qualcosa che non ricordavo di sentire da decenni e poi il suo diritto ad attingere alle leggende e un suo diritto.- Cosa stava facendo FURIUS, difendeva Stefano, ujn’attimo dopo averlo voluto cacciare a tutti i costi.
-Guarda Marco- e si rivolse al nipote –se tutto va bene con questo uovo ti assicuro che la tua radio avrà così tanti finanziamenti che potrai comprarti una banda fm per la trasmissione nella radio convenzionale.-
Voleva dire questo, apertura in un nuovo mondo, Marco sarebbe diventato non solo direttore di una radio vera, ma avrebbe cominciato ad occuparsi di pubblicità, di concerti da seguire dal vivo, di novità nei programmi e a gestire un’utenza mille volte più ampia.
-E poi tra le tue trasmissioni sceglierai quella che ti piace di più per farne un format dove le altre radio ti seguiranno a ruota, con dei bravi autori si può arrivare a scrivere cose di pregevole fattezza. Quanto a me lascerai che la “linea gialla” il programma sia inserito in altre radio anche più importanti della tua.-
Era il programma di Stefano.
Stefano era ritornato a casa dopo la trasmissione così inusuale, aveva dovuto riprendere al volo la sua trasmissione dopo che era stata iniziata in un modo spiacevole per lui. Aveva comunque rispettato il suo lavoro, tagliando dei brani per finire prima il suo spazio.
Arrivato a casa prese un libro e con in testa la soddisfazione che aveva avuto che il suo programma faceva degli ascolti importanti che avrebbero solo dovuto crescere. Si improvvisò a leggere e rileggere una frase del libro che stava leggendo, fino ad impararla a memoria. Quando vi fu riuscito si alzò in piedi e cominciò a declamare quella frase ad alta voce. “E così il lavoro non ci fa schiavi quanto il denaro” l’incipit era questo.
Quando si buttò sulla frase d’inizio dovette soffermarsi su ogni parola. Ma il risultato non era dei più gradevoli, allora cominciò sparando tutto l’incipit in un sol fiato, ma ancora era di difficile interpretazione.
Allora immaginò che tra le parole ci fossero delle virgole, dei punti di intersezione che davano così la forza del pensiero che le parole riempivano.
Soddisfatto della ricerca, tipica di chi vuole sempre e comunque aggiornarsi e tenere vivida la fiamma dell’arte. Questa fiamma lo riempiva di gioia, a rivederla si immaginava davanti ad un pubblico con una luce su di lui mentre declamava la sua poesia. Sapeva bene e spesso se lo ricordava tra sé e sé che nel “periodo che intercorre tra l’ascolto di un verso e l’altro, il principale fatto che veniva in mente negli ascoltatori era quello di uno stacco tra il boato della confusione e il silenzio dell’atmosfera in cui stavano, Facendoli sbalzare da una condizione di stress ad una di leggerezza.”
-Potrò mai far carriera in questo mondo, potrei mai essere pronto e ricettivo con gli altri esprimendo la mia arte- Erano questi i dubbi che incombevano su Stefano. Quella storia di inventarsi conduttore radiofonico era una possibilità di poter incominciar ad interagire col pubblico, poteva essere una soluzione base che avrebbe forse, chissà portato ad altro. Infatti proprio quando si offerse alla radio per condurre una trasmissione su storie gialle, già vedeva davanti a sé il suo percorso che avrebbe dovuto fare per riuscire ad arrivare a più persone.
Avrebbe fatto la conduzione e dopo tre mesi avrebbe mandato dei curriculum ad delle agenzie di teatro, si sa che tante hanno difficoltà a reperire persone quadrate e che con le loro recitazioni e le loro voci sapevano conquistare il palco. Per Stefano che si esercitava quotidianamente non sarebbe stato difficile.
Studiava per questo e dopo che sarebbe iniziato il teatro avrebbe voluto continuare in un crescendo ampliando sempre di più la sua platea, cercando non una gloria personale, ma la gioia che egli prova tutte le volte che, come ho detto prima, gli spettatori provino quella leggerezza.
Volevo solo raggiungere la felicità, ma mi erano state messi i bastoni fra le ruote, come potevo immaginare che il mio direttore potesse farmi questo sgambetto, eppure quando gli presentai il progetto ne era molto contento. Era una ventata di novità per quanto concerne la conduzione di un programma dedicato solamente al racconto di una storia gialla, con pochi intermezzi musicali e con lo scopo di far evadere a chi lo ascoltasse quei pensieri che: lo studio, la vita quotidiana, l’abitudine aveva a causare l’infelicità di colui che si accingeva ad ascoltare la sua performace. E questione non da poco anche la felicità di chi conduceva quella trasmissione, la libertà di decidere cosa voler fare ascoltare ai propri seguaci, indirizzarli in un canale scritto da me che li avrebbe condotti verso una strada di reinventamento che io inducevo in loro. Ero io che potevo decidere quale strada far percorrere, quali nozioni dovessero far aprire lo sguardo verso un senso di leggerezza da me indotta negli altri.
Purtroppo però sulla mia testa i corvi che mi giravano sopra si erano inferociti. I dictat impostomi dal mio superiore non faceva altro che bloccare la mia fantasia. Come mi era successo quella sera, non riuscivo a scrivere con la mia solita sicurezza ciò che avrei voluto condividere con gli altri. Forse ero stato ferito nell’orgoglio, forse il primo corvo che mi si aggirava in testa era quello di Marco che mi imponeva a fare cose che non volevo, fatto sta che dal primo corvo, ne seguirono altri, questi si li inventava la mia mente.
La strada per arrivare alla felicità era ora scura e priva di un senso di rinascita, ora vedevo solo offuscato. Dov’era finita la mia creatività. Niente non riuscivo a trovare la strada, ogni avanzo di rinascita della storia, era mangiato da quei corvi che mi frullavano fra la mente.
Ciò che lasciavano sul campo isolato sotto l’albero della scrittura era la domanda perché Marco avrebbe voluto cancellare il programma. La mia risposta vaga ed incerta era.. che lo sospettavo già, forse dall’inizio. Infatti finita la prima puntata chiesi ad una mia amica della radio, già esperta con i computer della stessa, di potermi dire quanti ascoltatori mi avessero sentito, nel mio primo intervento.
Ma il perché lo chiesi era già dovuto al fatto che avevo un sentore che le cose andassero per quel verso. Forse non avevo fiducia nel direttore della radio, forse avevo paura che facendo flop non avrei continuato o visto che era un programma parlato avrei annoiato i radioascoltatori. Comunque la risposta era arrivata, non erano pochi quelli che mi avevano ascoltato e dai dati risultava anche che le persone che avessero acceso la radio durante la mia diretta lo avessero seguito tutto il programma. Questa è la fedeltà dell’ascoltatore.
-La speranza è l’ultima a morire- mi ripetevo e cercando tra le storie che potevano aver infastidito il direttore accesi il computer e cercai il podcast dove erano registrate le due puntate da me condotte.
La prima sull’uovo di fabergè e la seconda sul furto di un manoscritto. Ascoltate per bene le puntate, per farmi forza nello scrivere, cercai su internet mettendo “leggende delle uova di fabergè e di manoscritti” : dalla ricerca venne fuori tra i tanti risultati vari pezzi di giornali che riportavano alla sparizione da una villa molto conosciuta della zona di un manufatto fatto in sembianza di uovo di fabergè rubato ieri.
Non avevo sentito il telegiornale quella sera, ma la cosa doveva essere molto importante, quel pezzo d’antiquato aveva un valore inestimabile.
Ecco ora mi venne in mente quando preso dalla rabbia sparai a zero su Marco raccontandogli la storia dell’uovo, che avevo raccontato la prima diretta e ricordo benissimo la sua faccia e la sua risposta indemoniata.
Che forse aveva avuto tra ieri e oggi richiami dalla polizia che la storia raccontata avesse avuto sviluppo nella realtà.
Che qualcuno sentendo la storia del manufatto all’interno e di come poteva essere rubata, avesse fatto il colpo. Sembra comunque starno, la puntata era stata seguita da un centinaio di persone, e senza sapere di ciò di cui avrei parlato.
Che forse qualcuno della polizia avesse sentito e cercato di chiudere il programma per paura che ci fosse qualche malintenzionato molto fantasioso.
Che forse ero io colui che cercavano, colui il quale la storia immaginata l’avesse messa in pratica.
Molti dubbi e una sola certezza: qui qualcuno ha fatto qualcosa che non doveva fare.
INTANTO IN CASA DI FURIUS
-Lascia stare che se ti impicci in questa situazione di dover cacciare un tuo operatore, verranno anche più problemi-
-Zio dimmi tu, io sto facendo solo quello che mi hai detto e per questo sto perdendo anche autorità rispesto ai miei colleghi. Per cacciarlo dovrei fare bisogno di un sistema che non metta in luce Stefano, fare cioè che la sua trasmissione non venga più ascoltata, ma io non ho le attrezzature per cambiare il sistema di rilevamento share del server della radio.-
- Ti ho detto di lasciare stare, facciamo passare un po’ di acqua sotto i ponti e se saremo costretti poi ti aiuterò io-
-Zio comunque quelli che ti hanno procurato l’uovo vogliono essere pagati, che gli devo dire?-
-Se vogliono essere pagati dovranno aspettare e per questo dovranno aspettare che controlli tutto quello che c’è nell’uovo.-
-Tutto quel che c’è nell’uovo? Allora mi vuoi dire che all’interne c’è qualcosa…come aveva detto Stefano-
-Tu stai al tuo posto, meno sai e meno sei coinvolto, lo so che ti ci ho messo io in questa situazione, ma vorrei che ci sia un distacco tra me e te in caso di guai!-
-Guai? Io non volevo che tu mi assoldassi per questo lavoro, ma sai dopo la storia di Floriana ti sono riconoscente e per questo mi sono messo alle tue direttive-
-Comunque si, l’uovo di fabergè non è altro che un contenitore dove all’interno c’è uno scritto stupendo di San Francesco, “Il Cantico dei Cantici” in originale o almeno è quello che credo. Comunque per pagare quegli scagnozzi devo prima aprire l’uovo e non sarà facile visto che se si apre con le dovute accortezze potrebbe rompersi l’interno, dovrò far chiamare un esperto ci vorranno dei giorni.
Tu vai da quei due Roberto e Carlo e digli di prepararsi a uscire dall’Italia e prendersi una bella vacanza, questa si a spese mie, passato il tempo dovuto digli che mi farò sentire io e che avranno ciò che gli spetta.-
-Faccio ancora questo compito per te e poi vado a trovare lei, la lei che tu hai unito a me, Floriana.-
-Vai, mi faccio risentire io-
Prese con sé i soldi che lo zio FURIUS gli diede per far partire in vacanza in qualche posto incantevole per i due ladri.
Arrivato a casa chiamò uno dei due, Roberto – Sentite- declamò Marco – FURIUS dice che vi pagherà una vacanza in un posto da voi scelto, ho i soldi per questa vacanza, ma per essere pagati dovrete aspettare un po’ di tempo, poi si rifarà sentire lui. Fateci sapere anche dovete andate e lasciateci i contatti.-
Il primo dei ladri a cui si era rivolto Marco nella sua ingenuità, non sembrava proprio un malvivente dalla risposta che diede – OK –
Non si era mai sentito un ladro che una volta venduta la refurtiva si facesse da parte e che non venisse pagato subito, Ma tantè che i due Roberto e Carlo non erano proprio dei geni e si accontentarono della vacanza, anzi Roberto era entusiasta e chiamò subito attaccato col direttore della radio a Carlo – Carlo ce ne andiamo in vacanza.-
-Ci hanno pagato- Tutto felice
-Diciamo che per ora la vacanza è un anticipo, comunque ci pagherà-
E Carlo che mentre stava parlando il suo collega stava facendo mente locale sui posti più mozzafiato del mondo rispose – Perfetto cominciamo a fare le valige, dove andiamo?-
-Io direi alle Maldive o comunque in una di quelle isole dove la gente vive in un paradiso senza esservi stato cacciato.-
Marco messosi d’accordo con i due per porgli dare i contanti per il viaggio gli diede un appuntamento il giorno dopo, ora si era fatta notte e lui non vedeva l’ora di incontrarsi con la sua bella Floriana, ragazza che sprigionava un alone di intelligenza in un corpo snello ma non privo di curve dove il suo viso era riconducibile ad un aspetto mediterraneo, occhi neri con capelli neri. Se andava in giro non si poteva non notarla anche se quando passava sotto gli occhi degli uomini, riconosceva che la sua bellezza era qualcosa che gli appartenesse, come un pavone che riconosce che per gli altri è un attrazione che con una sicurezza tale che non aveva dubbi sulla sua bellezza.
Ci mise un po’ per arrivare da lei, ma era soddisfatto che FURIUS che per lui era uno zio particolare, ciò che per gli altri non era che un ricco eccentrico che incuteva paura per la sua vita nascosta, avesse parlato a Floriana che quel suo nipote era innamorato di lei e che aveva aiutato sua madre a passare dei momenti felici durante la sua convalescenza in ospedale. Infatti Marco era un infermiere e si era occupato della madre di Floriana durante un passo che la avrebbe portata all’esaurimento con una depressione che stava curando di non semplice soluzione. Marco affascinato dalla figlia di lei cercò di passare più del tempo possibile con la madre. Certo fu forse un aiuto non disinteressato, ma era più per avvicinarsi alla figlia che tra l’altro lavorava anche lei in radio. Comunque riuscì ad instaurare un rapporto con la madre di Floriana che era diventato ogni giorno di più sempre più intimo, fino a quando , dimessa la madre dall’ospedale andò da suo zio FURIUS per poter aiutare quella famiglia facendo lavorare la figlia Floriana come giardiniera della sua villa.
INTANTO A VILLA ADRIANA
-Ho cercato dappertutto ma sono quasi convinto che manchi solo quell’uovo di fabergè, il valore è altissimo ma ci sono anche altre cose di valore in questa villa, deve esere stato u furto su commissione-
-Sono d’accordo dobbiamo cercare su piazza chi vuole ricettare un opera d’arte di così tanto valore-
Parlavano il maggiordomo della villa con un poliziotto.
-Chi mai avrebbe potuto immaginare che siano entrati così facilmente, l’antifurto non ha suonato e per i ladri è stato molto facile entrare e cercare quello che gli serviva.-
L’uomo, il maggiordomo sapeva bene che l’antifurto l’aveva staccato lui, perché quella sera avrebbe dovuto incontrare la sua amante che come altre volte si sarebbe intrufolata nella villa di nascosto e avrebbe incontrato il suo spasimante.
In effetti andò proprio così, infatti dopo il furto, nessuno si accorse di niente finchè Laura la sua amante arrivò al portone della villa e constatò che la stessa era stata forzata. Impaurita entrò, cambiando la routine di quegli appuntamenti dove avrebbe chiamato il suo fidanzato, e entrò nella stessa cercando il suo maggiordomo. Lì Roberto, il maggiordomo chiamò subito la polizia, il proprietario era via, e cercò imn casa se i ladri fossero ancora lì.
Arrivata la polizia si scambiarono le informazioni su ciò che era stato rubato, facendo accenno, con molta paura per Roberto che l’antifurto era staccato. Pensava che forse gli agenti non se ne sarebbero accorti, ma ad un tratto dovette cedere e raccontare la situazione.
Il maggiordomo cercava di avvertire il proprietario e sapeva che quella storia dell’amante avrebbe causato il suo licenziamento, ma rintracciato il padrone di Villa Claudia. Informato dei fatti anche dalla polizia, sembrava rassicurare il suo operaio dicendo che in fondo era andato bene che avessero rubato una sola cosa anche se molto preziosa.
I poliziotti non sembravano d’accordo e accusarono il maggiordomo di aver fatto da talpa, fu intimato che sarebbero stati attenti a tutti i suoi movimenti e che se il giudice decidesse di trattenerlo in fermo, avrebbe dovuto seguirli.
L’atteggiamento del padrone di Villa Claudia cambiò radicalmente quando il giorno dopo, la mattina dopo che la notizia era stata messa in circolo dalla stampa, lo chiamò una sua scoperta nel mondo della televisione. -Come va Franco? Sono Elisabetta-
-Ciao Elisabetta come va?-
-Bene qui in TV, il lavoro procede bene, sto cercando di imparare ogni giorno una cosa nuova, sai i cameramen, gli autori, i tempi giusti, il mio lavoro da mezzobusto nel Tg mi sta benissimo, anzi ti ringrazio ancora per quello che hai fatto per me.-
-Io non ho fatto niente, te lo meritavi quel posto.-
-Ok ma sai che ti sono grata e non potrò mai smettere di dirlo per tutta la vita.
Sai ho scoperto che ti sono entrati in casa dei ladri.-
-Era nel Tg?-
-Beh… sai benissimo che le notizie su Villa Claudia sono sempre all’attenzione del grande pubblico, dal passaggio che ha fatto: prima un museo e poi diventata villa privata, fa si che i telespettatori ricordano con affetto quando da piccoli venivano a vedere quella splendida dimora…Comunque si, ma ti volevo informare di un'altra cosa,. L’altro giorno per caso, mentre stavo a casa a lavorare su delle notizie sul computer misi in sottofondo una radio, di quelle web, che cioè si possono ascoltare solo in internet. Beh.. non ci crederai ma parlavano proprio delle uova di fabergè.-
-Siii…e cosa dicono-
-Beh… la storia raccontava di un furto di queste uova causato non dal valore prettamente artistico, ma dal fatto che all’interno di esse ci sono dei fogli, chiamali come vuoi, forse è meglio manoscritti antichissimi e preziosi che sono dei pezzi unici.-
-Cosa? Mi vuoi dire che…hanno scoperto che il mio uovo di fabergè valeva più del suo valore ornamentale?
Oppure vuoi dire che dei banditi abbiano ascoltato la radio e messo in piano l’opera? O che peggio ancora coloro che abbiano raccontato questo siano loro quelli che hanno commesso questo delitto perfetto!-
-Questo non lo so, comunque penso che tu debba fare delle indagini per verificare quello che ti ho detto…parlane con la polizia e fatti aiutare da loro. Sperando che ti sia d’aiuto ti mando un abbraccio forte, ci risentiamo ciao Franco.-
Fatto questo, Franco si mise in piedi e cominciò a girare per la stanza dove si trovava, facendo un girotondo della sua poltrona.
-Se ci fosse qualcosa all’interno dell’uovo, io la voglio.- Era molto suscettibile riguardo ai suoi tesori, infatti aveva comprato la villa più ricca e piena di opere d’arte perché amava stare lì nel mezzo dell’arte.
Non era assuefatto dai propri averi, sapeva come aveva dimostrato dopo il furto che, senza accusare il maggiordomo, sapeva stare calmo anche se il furto era stato notevole.
-Devi sapere che quella non è causa tua- rincuorò il maggiordomo – Ma adesso ti devi dare da fare per ricercare quell’uovo e visto che tu lavoravi al museo “Villa Claudia” quando questo era ancora tale, cerca di farmi sapere tutte e con tutte voglio proprio dire tutte le sue discendenze, la sua storia e anche eventuali legende con il quale è legato.-
-Sarà fatto e mi dispiace ancora della mia storia segreta che ha portato a tutto questo.-
-Adesso ne abbiamo parlato, spero di non parlarne più.-
Era curioso di sapere il padrone di casa di sapere quale tesoro avesse avuto a casa senza saperlo.
Prese il telefono e chiamò la sua scoperta televisiva Elisabetta – Pronto Elisabetta, riguardo alla storia della radio, sapresti dirmi che radio è, così che la possa cercare!-
-Oh..scusami se non l’ho fatto, mi sono dimenticata di una cosa importante, si chiama “radio stella” e la trasmissione specifica mi sembra “sintonizzatevi sulla linea gialla”, ecco credo di si, l’ho sentito di sfuggita il nome della trasmissione. Ok?-
-Certo ti ringrazio ancora-
-Sono io che ti ringrazio, Ti saluto mentore.-
-Ciao Elisabetta-
Attaccato il telefono, chiamò subito i suoi contatti dell’intelligence della sua scorta. Come potete immaginare la sua vita era scortata da varie guardie del corpo e tra loro c’era anche chi doveva farle convivere sia tra loro che all’organizzazione di un evento mondano ad esempio. Comunque il comandante delle sue guardie era in Villa cercando di riconoscere eventuali forme di forzatura anche al cancello, che solo al portone, e stava cercando tracce dei possibili ladri. Certo è vero che il suo lavoro veniva dopo che la polizia avesse indagato per parte sua, mentre stava cercando impronte con il luminol vicino alla camera da pranzo, una delle camere da pranzo del signor. Franco arrivò la chiamata dello stesso.
-Pronto? Devi subito cercare questa radio, “Radio Stella” e chiedere se nel suo interno hanno una trasmissione che si chiama “sintonizzatevi sulla linea gialla”, chiedete un po’ in giro di che cosa si tratta e per non dare nell’occhio dite che siete una radio indipendente che sta facendo interviste sul tema di trasmissioni, sulle legende, insomma non so di preciso su cosa, comunque se si chiamano linea gialla si parlerà di gialli, fate in modo di riuscire a intervistare le persone che se ne occupano.-
-Sarà fatto.-
Il giorno dopo, alla radio Marco stava preparando il suo briefing mattutino, erano presenti i conduttori che potevano andare e sentite le voci che provenivano dal mondo, cominciavano a provare alcune notizie su cui improntare le loro dirette. Tutto andava per il meglio, quando ad un tratto entrò un uomo difficile da non vedere data la sua stazza. Si presentò per non quale radio sconosciuta e cominciò a lusingare la struttura della radio e anche la sua apertura al mondo digitale con la quale si era fatta riconoscere dai ragazzi.
Dopo le prime battute su come era difficile quel mondo e come erano sulla stessa barca, anche però dicendo che la radio alla quale doveva dare spazio era una radio che stava ancora partendo e che non fosse ancora presente sull’etere; questa era stata una furbizia affinchè non venissero a sapere che si era intrufolato di nascosto.
Comunque dopo i convenevoli si accinse a fare delle domande per primo a Marco che si era presentato come direttore della radio.
-Volevo fare delle interviste a voi..e a chi dirige la trasmissione “linea Gialla”-
Ancora non aveva finito di parlare che In Marco si sentì svenire, si appoggiò ad una sedia e anche se sconvolto non si fece notare dall’interlocutore e rispose
-Certo, felicissimo di rispondervi e scusi queste domande le fa a nome di…-
Dall’altra parte aveva uno che di incontri sospetti ne sapeva qualcosa e quando Marco gli chiese ciò, si insospettì.
-Ma..quando ci daranno le stazioni con cui trasmettere saremo sul web anche noi, in teoria la radio si dovrà chiamare “radio caos”, comunque queste interviste servono a noi, per esercitarsi e per sfruttare alcune qualità che avete al vostro interno. Potremo anche copiare delle vostre trasmissioni.-
Marco accennò alla trasmissione di Stefano e disse che era una novità ma che doveva stare ancora sotto controllo di gradimento affinchè possa essere prevista nella scaletta della radio.
L’uomo chiese poi a Marco di fissare un appuntamento per parlare un po’ di più sia con lui che con Stefano. Stava prendendo tempo, infatti avrebbe dovuto aspettare che il padrone di Villa Claudia gli impartisse ciò che avrebbe dovuto chiedere. Quindi trovando come scusa quella di ritornare in un momento più tranquillo si fece dare dal direttore un appuntamento. Marco fu felice della richiesta fatta di prendere tempo, infatti come l’uomo avrebbe dovuto chiedere al suo principale, lui avrebbe dovuto chiedere a suo zio come comportarsi.
Si salutarono e si diedero tempo uno con l’altro.
Marco corse al telefono e per non farsi vedere uscì dalla stanza della radio e chiamò lo zio FURIUS.
-Zio qua è successo qualcosa di strano, te ne devo parlare, ci possiamo incontrare tra un oretta?-
-Certo, ti aspetto.-
Dall’altra parte l’uomo dell’intellingence ddel ricco Franco uscito dalla radio, prese anch’egli il telefono e chiamò il suo datore di lavoro.
-Signore ho contattato il direttore della radio, quando gli ho detto del programma di Linea gialla ha cambiato colore e secondo me si è anche tradito con le sue frasi. Comunque ho un appuntamento per il pomeriggio sia con lui che con il conduttore della trasmissione, che cosa devo chiedere?-
-Ok, quindi hai notato che nei suoi occhi il direttore sappia già cosa cerchiamo. Facciamo così, cerchiamo di attaccarlo, tanto lui sa che cosa ha fatto e scoprirà anche perché ti ho mandato.-
-Signore quando mi ha chiesto a che radio faccio parte, secondo me ha intuito anche lui che cosa sto facendo lì, anzi per la sua sicurezza io direi di spostarla in una sua altra residenza, sai com’è signor. Franco se il mandante scopre che lo stiamo cercando e che ci siamo così vicini forse non si farà scrupoli.-
D’accordo sul cambiare residenza, la prudenza non è mai troppa. Chiamò Elisabetta e gli chiese se avesse avuto delle informazioni sull’uovo e Elisabetta lo rassicurò dicendogli che l’uovo andava aperto secondo una fine linea che non potesse far spaccare l’uovo, affinchè non si distruggesse il contenuto.
A sapere come fare era una gioielleria belga che tramandato da generazioni e generazioni studiava in remoto ciò che si doveva fare per aprirle queste uova di fabergè. Nate in Russia le uova erano state formate da questi manoscritti dove i mastri artigiani erano sotto il potere di uomini ricchi e pieni di fantasia. Beh…ne serviva di fantasia: aprire un uovo con dentro la sorpresa di trovare un manoscritto rarissimo che voleva come distribuire a caso la sapienza della storia.
Uno dei fabbricanti di queste, finito i lavori sulle stesse, si trasferì in Belgio e cominciando a lavorare per una gioielleria locale, e trovatisi per un senso di fortuna o di scientifico destino alla presenza di un uovo di questi, imparò gli orafi di questa bottega come fare ad aprirne uno. Ne venne fuori uno scritto di Galileo sull’eliocentrismo, valore incalcolabile. Così quell’orafo russo trapiantatosi in Belgi istruì e chiese loro collaborazione affinchè nei secoli futuri che chi fosse venuto in presa di quegli oggetti, loro e solo loro avrebbero potuto aprire l’oggetto.
CASA DI FURIUS
Dall’altra parte FURIUS chiamato dal nipote si incominciò ad allarmare. Che dire a quell’uomo, e se venissero a conoscenza che quel Marco direttore della radio fosse imparentato con lui, un uomo di grande lignaggio ma con anche delle idee folli che in ogni convegno di cui faceva parte non esitava a proporre idee stravaganti sull’ordine e il disordine. Dove l’uomo ricco era l’ordine, con il quale poteva comandare altri uomini a fare ciò che serve per essere utili alla società. Con queste accortezze degli uomini ricchi la popolazione si dirige in una massa di individui che cammina sulla strada del progress. Mentre il disordine è ciò che cercano di fare gli uomini poveri quando, fatti i doveri a cui sono sottoposti (e che ne sono compiaciuti a farli) passano nell’arco della giornata, e più precisamente nel loro spazio di riposo, ordini senza piacere. Questi però non portano ad un miglioramento della società, se fatti controvoglia. Uno porta la propria saggezza all’altro, creando un ordine seguito però dal disordine che genera alcuni nel fare cose che a lui non piacciono, vedasi il lavoro (visto come ordine) Ma considerato disordine quando era fatto controvoglia. Oppure seguire le regole societarie: come ad esempio riassettare la casa, che se fatto controvoglia non dava alcun piacere. L’ordine visto come piacere dell’uomo ricco che dirige i propri operai e il disordine che fa si che finisca il piacere per l’ apatia con cui si vuole fare una cosa!
-QUESTO ERA UN BEL PROBLEMA STA INFATTI CERCANDO ME- Riflettè FURIUS andando indietro nel tempo e visualizzando i suoi viaggi in giro per il mondo a portare avanti la sua carriera di Filosofo ricco che anche se non era ben voluto, le sue donazioni a Università e ricerca facevano aprire le porte alle v etrine più importanti.
E al telefono con suo nipote Marco –Prendi tempo, di che la trasmissione non è molto seguita, se ti chiede di questo e che la tua radio sta pensando di toglierla.-
-Questo zio non è vero, se parla con Stefano non posso affermare questo ha saputo da qualcuno che la prima puntata è stato un bel colpo, se si vuole parlare delle uova di fabergè e sicuramente le domande saranno su quella storia, come vuoi ben capire.-
-Forse è meglio richiamare i due ladri che hanno fatto questo lavoro e farli partire il più velocemente possibile.-
-In quanto a me posso rispondere della mia radio senza problemi non è certo questo quello che vogliono sapere, c’è però quella persona che ha informato Stefano dello share che è contro di me, ma chi lo sa chi è stata!-
-Quindi una persona è contro di te, a dir la verità Stefano quella storia l’ha inventata tanto che può parlare anche francamente, senza metterci nei guai, adesso sei tu un pericolo, stammi vicino e aiutami a far crollare l’ipotesi che io appartenga alla tua famiglia. Comunque sto già contattando gli orafi che possono aprire l’uovo, farò il prima possibile a spedirlo loro. Certo è un rischio spedirlo e non farli venire qua a prenderlo davanti a me, ma manderò un uomo di fiducia a sorvegliare il tesoro che ha dentro.-
Non fece a tempo di presentarsi il pomeriggio che Marco cercò di liberarsi da quella presenza cercando di prendere tempo.
-Mi scusi ma siamo veramente indaffarati oggi, vede quello lì è il conduttore che stava cercando, ma abbiamo una riunione importante oggi.-
-Vabbene aspetterò, se non creo disturbo-
Messo alle strette il direttore dovette rispondere il più collaborabilmente possibile – Se vuole può aspettare-
Stefano aggiornato da Marco che sarebbe stato intervistato, vedè nell’uomo una sorta di indifferenza nei confronti degli altri conduttori, solo quando guardava lui gli occhi dell’uomo luccicavano di curiosità. Prese per vero il fatto che la sua trasmissione fosse piaciuta realmente e in lui si confermò una forza nelle sue parole che venivano direttamente dalla felicità che provava in quel momento.
Marco timoroso di come aggirare il problema non sapeva se mettere sul piatto la trasmissione di Stefano, senza creare sospetti nell’uomo.
Comunque fece, nella riunione, un appunto nei confronti del programma. Stefano ribattè che con quelle poche dirette che aveva fatto i suoi indici di ascolto non erano male per essere le prime puntate e che potrebbe andare avanti almeno per due settimane confrontando lo share della diretta.
Marco insabbiato com’era non potè che accettare quella proposta.
Arrivò il momento dell’intervista, prima con il direttore dove spiegava che la sua radio si basava soprattutto sulla musica e su programmi inerenti notizie sia di rock-star sia di notizie del giorno dove prendere spunto per creare una scaletta che intramezzava tra brani musicali e notizie del giorno.
Finita la stessa e durata pochi minuti l’unica domanda che fece quell’uomo grande come un armadio fu come mai aveva accettato una trasmissione dove il parlato e più specificatamente il racconto in diretta di storie gialle, forse per il brivido che faceva provare e che quindi incollava i radioascoltatori, oppure perché c’era bisogno di cambiare le storie di notizie vere in cronache gialle. Domanda quest’ultima piena di significato per il padrone di “Villa Claudia”, il signor. Franco.
Rispondendo che il programma era ancora una sperimentazione, cercò di attutire il colpo e affermò che era un’idea del conduttore che si era proposto alla radio con quel programma, e che avrebbe potuto chiedere direttamente a lui. Non fu certo meno scaltro dell’intervistatore, mettendo in gioco alla domanda di prima, la sua risposta che andava a far credere che l’ideatore fosse Stefano. Come a dire: prendetevela con lui, io non so niente!
Eccoci all’intervista di Stefano – Allora questa trasmissione sta andando bene sembra, no?-
-Penso che stiamo andando nel verso giusto anche se la mia possibilità di vedere i dati è poca.-
Per sapere tutto e prendere più informazioni possibili, le domande erano anche specifiche,
-Come si chiama la trasmissione che lei conduce?-
--Sintetizzatevi sulla linea gialla, un nome un po’ lungo, ma fatto apposta per mettere un taglio netto a quello che la nostra radio, “Radio Stella” ha come leit-movit della musica in tutte le salse, ecco la mia è un po’ diversa da tutto ciò che manda in onda la nostra radio.-
L’omone prendeva appunti, non gli sfuggiva niente e con lo sguardo cercava di capire questo Stefano, che dopo lo scossone che ebbe il direttore il giorno precedente facendo credere alla guardia del corpo del signor. Franco; ecco adesso cercava in Stefano un accenno di stupore e reazione a ciò che diceva o che rispondeva. Tutto cadeva infatti verso lui, la domanda era – Perché questa trasmissione?-
E lo guardò negli occhi per poter scorgere un emozione che lo avesse incastrato.
-La trasmissione è nata dal mio desiderio di trasmettere ciò che sento in parole che possano insegnare come vedere il mondo dalla prospettiva che tutti siamo necessari e non per questo dobbiamo abbatterci nei mali perché il nostro modo di vedere le cose influenza non solo noi stessi ma anche chi ci sta vicino.-
-Interessante, ma come prende gli spunti di una storia?-
-In effetti vengono da soli, ma dietro c’è una ricerca.-
-Ah si, ho sentito la sua prima puntata e sono rimasto incuriosito delle uova di fabergè che nella storia sono molto conosciute e molto apprezzate per la loro fattura. Ecco, questo è un esempio, ma come mai è riuscito a cercare un soggetto non classico per una storia partita da zero, come lei dice.-
Certo la domanda era un po’ tirata ma per lui era importante sapere e cercava in modi adulatori di fare domande sulla questione principale: sapeva qualcosa del reato condotto dai ladri dell’uovo di “Villa Claudia”?
-Adesso abbiamo quasi finito e per concludere vorrei ancora chiedere, ma la notizia del furto delle uova fabergè è stato ispirato da una notizia oppure è venuta da sola? Insomma il furto che c’è stato l’altro giorno, in quella famosa Villa sui colli è stata d’ispirazione o..-
-Sinceramente non l’avevo sentita questa notizia, non vorrei essere stato l’ideatore, ahahaha..comunque la notizia con cui ho preso inizio al racconto è molto vecchia.-
-Sa perché le dico questo, perché il vostro direttore mi ha detto che voi della radio prendete spunto dalle notizie e pensavo sa com’è.-
In quelle parole c’era una falsità: che l’uovo era stato rubato prima della storia e che in qualche modo se Stefano non c’entrasse allora c’entrava il direttore, ma come?
Ecco l’uovo di Pasqua, a parlare era FURIUS, incantato dall’oggetto che aveva fra le mani. Lo girava e rigirava cercando di capire cosa ci fosse al suo interno. Sapeva che ci dovesse essere il manoscritto di San Francesco, ed era curioso come i bambini davanti a quell’uovo di Pasqua che celava all’interno la sorpresa, cosa che per i bambini era fondamentale più che la cioccolata all’esterno.
Arrivò nella stanza un uomo smilzo longilineo e a prima vista non doveva essere una guardia del corpo, era troppo magro. Con lui entrò anche un energumeno, questo si che incuteva timore. Passati i convenevoli con lo snello, mentre l’altro guardava solo senza parlare si arrivò al sodo.
-Dovete andare in questa cittadina del Belgio e far si che nessuno si appropri dell’oggetto, esso all’interno contine una cosa molto preziosa, per quanto riguarda l’uovo non mi importa se lo riportate a casa, l’importante è l’interno. Non lo scordare!-
-Faremo quello che ci ha ordinato!-
-Vi metto a disposizione questa guardia per un lavoro più sicuro…prendete l’interno e tornate a casa, vi dirò poi quanti soldi servono per questi orafi che svolgeranno il lavoro, prima di partire porterete una valigetta con i soldi dentro. Spero di essere stato chiaro, arrivederci.-
-Chiaro signore.-
Fatto questo si ritirò in una stanza e mentre seduto su una poltrona rifletteva con l’uovo tra le mani, suonò il campanello della villa.
Insospettito per tutto quel baccano che si era creato nella radio del nipote, non poteva certo dormire sogni tranquilli. Arrivò il nipote
-Zio hanno fatto l’intervista, ho origliato quella di Stefano e gli hanno chiesto proprio della storia delle uova di fabergè, gli hanno chiesto se fosse tratto da una storia vera e vuoi sapere a quale storia si riferiva…beh mi sembra proprio chiaro.-
-La cosa importante è che non vengano a sapere che tu sia mio nipote, allora la questione si farà seria, tranquillizzati-
-Zio hanno capito che c’entro io, Stefano d’altronde aveva raccontato che la sua era una storia che aveva sentito tanti anni fa.-
-E quindi? Non è possibile che cercano sospetti anche verso Stefano, in fondo è stato lui a mettere in luce la situazione.-
-Certo ma perché la avrebbe declamata la storia se poi essere stato lui a fare il colpo.-
-Secondo me hanno qualcosa anche contro lui, tu comunque si sempre gentile e non ti far vedere in panico, pensa alla salute.-
-Ho chiamato i due al servizio e entro oggi partiranno come volevi tu.-
-Grazie nipote ci aggiorniamo.- Era entrato in stanza l’uomo snello con la valigetta preparata precedentemente da FURIUS e data a lui dal cassiere di casa FURIUS.
-Siamo pronti a partire, la salute presidente le farò avere informazioni appena arriviamo.-
-Ecco l’uovo, attenzione, alla dogana ho fatto in modo che non vi fermino, metti questo portachiavi attaccato alla valigia, non la controlleranno.-
-Ok, andiamo-
-In bocca al lupo-
Mentre scendeva tranquillamente dall’aereo i due: lo snello e la guardia del corpo, passarono sotto i controlli con la valigetta dei soldi e l’uovo di fabergè, ma nessuno li fermò. Telefonarono al capo e dissero che atava andando tutto bene, eccoli adesso nella stradina che il foglio con l’indirizzo dato da FURIUS portava lì e entrarono nella bottega orafa lì presente.
-Come va?-
-Bene, la Pasqua si avvicina.-
Quella era la parola chiave per far capire ai belgi che l’uovo era lì.
In un attimo lo snello poggiò sul bancone la valigetta, l’orafo si avvicinò ad essi e li invitò ad andare dietro con lui nella bottega. Arrivati nella stessa aprì la valigetta e consegnò l’uovo, i soldi disse che un 10% sarebbero stati loro dati subito e il resto a lavoro finito. Per l’orafo fu tutto chiaro, il belga mise l’uovo in cassaforte e riaccompagnò i due al bancone, dicendogli che sarebbero dovuti passare più tardi per riprendere la loro sorpresa.
Lo snello obiettò dicendo che il lavoro era complicato ma loro dovevano avere delle assicurazioni sul fatto che aperto una volta l’uovo, non scappassero con l’interno. Riferì che il loro capo sapeva cosa cercare e che se non fossero stati esauditi i loro desideri sarebbe stato un brutto risveglio per loro. Detto ciò se ne andarono, aspettando notizie dall’orafo, che li avrebbe chiamati appena fatto il lavoro.
INTANTO FRANCO, PADRONE DI CASA DI “VILLA CLAUDIA”
Cercava notizie sulla storia delle uovo che contenessero preziosi tesori all’interno, cercò su internet, andò a chiedere a degli amici se sapessero qualcosa sulla storia delle uovo di fabergè, ma la risposta era sempre la stessa: uova costruite in Russia di pregevole fattezza e costruite secondo il criterio di essere numerate.
Questo però lo sapeva anche lui e l’unica che ne sapesse di più era la sua pupilla Elisabetta che lavorava in tv ed era sempre sulla cresta quando si parlava di storia e anche di legende.
Chiamò l’uomo che fece le interviste quel giorno a “Radio Stella” e cercò di comprare dalla radio il conduttore di storie gialle, lo chiamò dicendo – Fammi avere qui il conduttore della trasmissione delle storie gialle, digli che gli vuoi offrire un lavoro. Fammelo venire qui a “Villa Claudia”-
L’uomo che stava ancora in radio si avvicinò a Stefano e gli offrì ciò che il suo capo gli avesse proposto. Stefano accettò con molto piacere, sapeva che la sua storia aveva colto nel segno e per questo si avvicinò a Floriana entusiasta e raccontandogli quello che era successo.
Floriana, L’amata di Marco, il presidente della radio, era felice per Stefano e gli dimostrò un affetto sconvolgente, lo abbracciò e gli fece i complimenti – Sapevo che ce l’avresti fatta, vai così Stefano sono con te-
-Sai non so ancora quale è la proposta ma voglio far sapere che oggi la mia storia cambierà, ne sono fiducioso- e preso dalla felicità andò a condurre un’altra storia
-In quel tempo, pieno di complicità tra il deserto e la strana voglia che gli abitanti di quel paesino cercavano, si intromise fra la terra e le montagne rocciose un deserto pieno di rocce come quando un uomo cerca di prendere il sopravvento in una situazione e si ritrova in un nugolo di sabbia e roccia…-
Così cominciava la storia di quel pomeriggio.
Ad aspettarlo fuori l’intervistatore e insieme a Marco, c’era anche Floriana che non dava l’impressione di stare con Marco ma che invece parteggiava per Stefano.
PARTE 2
Tanto che si era spinto a largo che nella testa di Stefano già baleggenava la sua carriera così lontana un tempo che si avvicinava ora più che mai.
Si vedeva già intervistato in un canale televisivo che permetteva di poter condividere con un pubblico sempre maggiore la sua versione delle cose.
Floriana finita la diretta si avvicinò come detto prima era molto felice per Stefano e si vedeva dalle sue moine che faceva supporre che i suoi occhi erano solo per lui. Lo abbracciò e tornando un po’ seri e lucidi, dopo quell’intervista decisiva per Stefano, gli domandò se aveva ancora bisogno di vedere i dati di share del suo programma. Era stata proprio lei ad indicargli quei dati, la prima puntata, questa cosa sicuramente non andava giù a Marco che invece era preso perdutamente di Floriana. Quando Floriana disse questa cosa Marco passando lì vicino e già stizzito che lei lo stava abbracciando, gli arrivò la voce che lo fece crollare ancora di più.- Vuoi che ti veda i dati auditel?-
-No, no non ci posso credere, proprio l’ultima di cui si poteva fidare l’aveva tradito, in un attimo tutta la storia dell’uovo di fabergè gli cadde addosso. Se Floriana non avesse avvertito che il programma era andato bene, Marco avrebbe chiuso certamente il programma, mentre ora aveva dato all’avversario la possibilità di due settimane di come andava il programma. Sicuramente se avesse chiuso il programma forse quell’intervistatore del signor. Franco della casa di “Villa Claudia” non avrebbe fatto in tempo a trovare Stefano in radio e la cosa si sarebbe sgonfiata, ma questo lo lasciamo al destino che incombeva ora al direttore, cosa fare? Negare la verità sui dati di share oppure cercare di incastrare Stefano davanti gli occhi dell’intervistatore magari facendolo insospettire.
Ecco cosa dire: -Stefano la trasmissione è andata bene anche oggi ma i fan ti chiedono sui social se le tue storie siano vere oppure fantasticate- sapeva bene che non era vero ciò che gli stava dicendo, ma per cercare di farlo contraddire usò la tecnica di un profilo falso per inviare questo messaggio.
Stefano le storie le immaginava e partiva a volte da spunti veri. Da questa domande nacque in lui una leziocina da prepararsi alla corte dell’uomo che voleva parlare con lui, il signor. Franco. Anche perché anche colui che lo aveva intervistato gli aveva fatto questa domanda.
Chiuso nella stanza fuori lo studio, mentre andava un'altra diretta pensò – Si le mie storie sono prese da spunti veri ma in realtà è solo uno spunto da cui incominciare ad inventare.- Adesso pensava – Forse dovrei concentrarmi su come dire queste parole in modo più mio, che possa essere da spunto all’interlocutore di poter capire cosa c’era nella mia mente per trasformare l’ordine in caos, da cui poter riflettere per poter portare ordine.-
Queste parole in realtà ricordava le parole che FURIUS usava per i suoi convegni in giro nel mondo.
Stefano capì che si doveva concentrare sul discorso aggiungendo proprio alla fine del suo intervanto che le storie erano simil-reali concludendo che le parole dovessero passare dall’ordine al caos per poi ricostruire l’ordine. Questa lezioncina imparata a memoria fu detta in casa del signor. Franco che lo aveva aspettato a casa e alla domanda che Stefano aspettava aveva risposto in quella maniera.
A quella risposta Franco sentì come un flash-back e ne rimase turbato, infatti gli ricordavano delle parole che aveva sentito dire da qualcuno, ma non ricordava né il nome né la sua figura, e si ricordava anche che aveva una spiegazione più incasinata rispetto a quelle parole, ma la base su cui partiva questa figura non riconoscibile erano proprio queste.
Allora prese un po’ di tempo e invitò Stefano a prendere una bibita, e mentre serviva la soda richiesta da Stefano cercò nei ricordi chi fosse l’uomo a cui si riferiva Stefano.
Ecco chi, il signor. FURIUS, non sapeva se si chiamasse così in verità ma era lui che aveva quell’idee becere.
Fosse stato lui ad ordinare a Stefano ciò che aveva predetto sul furto dell’uovo di fabergè. Che fosse un suo seguace. Comunque per oggi poteva finire lì. Dedicatogli quello spazio e dopo avergli fatto un po’ di domande congedò così lasciando Stefano un po’ a bocca aperta lasciandolo andare, ma gli promise che l’avrebbe richiamato per continuare quella chiacchierata.
Andato via Stefano, il quale si chiedeva come mai fosse finita prima di iniziare la sua conversazione, in fondo lo aveva adulato un po’, fatto un po’ di domande e poi accomiatato, sperò che fosse andato tutto bene in fondo era un’occasione che capitava una volta sola.
Franco andò verso il telefono di casa, lì aveva delle agendine con il numero di telefono delle persone che conosceva e cercandò trovò anche quello del FURIUS, era così previdente che segnava tutti i nomi delle persone che incontrava cercando di dividere le varie rubriche in modo che fossero tutte ordinate per situazione o evento o amici cari o amici buongiorno/buonasera e così via.
Trovò il numero e chiamo l’uomo di guardia che aveva intervistato di prendere informazione su questo FURIUS, dandogli il numero di telefono ma che avrebbe dovuto scoprire lui tutto su di lui, dove abitava, cosa faceva di lavoro e infine se l’uovo era rintracciabile circa la sua persona.
Dall’altra parte FURIUS chiamò suo nipote Marco e lo rassicurò su ciò che si era svolto quel giorno.
-Non ti preoccupare io sto andando avanti con le mie voglie e tu sarai sicuramente felice se le mie voglie siano soddisfatte anche per te lo dico.-
-Zio, ho scoperto chi ha dato quei dati dello share a Stefano-
-Si e chi è?-
-E’ stata Floriana-
-Floriana, la giardiniera?-
Era un discorso che andava avanti con la morte sul cuore di Marco che aveva puntato molto sulla storia che si era creata con lei, ma che in fondo non era sbocciata ancora quella storia di un amore che poteva avvenire . Col presupposto che Marco aveva aiutato la madre di lei, e dopo i suoi sfoghi su di lui da parte di Floriana, Marco si sarebbe aspettato solamente che il cerchio si chiudesse. Lo zio gli aveva trovato anche un lavoro vero oltre il passatempo della radio. E fine a qualche settimana fa dopo gli sfoghi di lei alla radio la situazione faceva pensare che tra i due ci fosse del tenero, sguardi, abbracci.
La storia era molto semplice Marco era innamorato di Floriana ma in realtà la cosa non era ricambiaata anche se all’inizio sembrava di si. Quel discorso che si era preparato contro colui che avesse detto lo share a Stefano, di esser quasi cacciato dalla radio, per intromissione, fu cambiato e non venne nemmeno accennato.
-Floriana vieni qui- disse Marco in radio – so che i tuoi affari vanno bene.-
-Si grazie, per l’interessamento che hai avuto verso di me, prima mia madre e poi quel posto da tuo zio-
Marco voleva prendere un discorso alla larga per far capire a Floriana che lui fosse interessato a lei e che ci sarebbe sempre stato, ma al sentire parlare dello zio in quel determinato frangente lo indusse ad una ritirata clamorosa.
-Si, si ok ti volevo dire una mia precisazione sulla cosa, ma non voglio importunarti, anzi non dire in giro che lavori per mio zio, sai com’è l’hai conosciuto, vuole la sua privacy.-
-Certo, sicuramente.-
Nella stanza della radio ormai si era sconvolto tutto. Stefano non faceva altro che camminare tronfio del suo programma, Floriana gli dava sempre più spazio e Marco invece depresso in una maniera che ancora non si era pavesata, guardava con sguardo distante ciò che gli succedeva intorno. Non gli andava giù né la fortuna di Stefano, né la sua relazione con Floriana, né la sua posizione nei confronti dello zio, che da quando lo mise in mezzo a quella storia, tutte le cose stavano cambiando sotto di lui.
RITORNIAMO INDIETRO
Quando FURIUS chiamò il nipote, ne era passata di acqua sotto i ponti, lui molto distante dalla famiglia a causa della sua visione distorta che aveva verso gli altri, riuscì ad aver fortuna con i suoi studi in Filosofia. Aveva frequentato una delle Università più famose del Paese, e a differenza dei fratelli era riuscito a fare breccia nel mondo accademico, c’era stato un periodo in cui era diventato famoso nell’ambito universitario era diventato docente di cattedra di filosofia archeologica, una branca della filosofia che insieme all’archeologia aveva il compito di trovare reperti storici per poterli inserire nel contesto della storia creando saggi sulla storia del pensiero a cui si attribuivano questi reperti. Il lavoro era diviso sia sul campo di scavi o ritrovamenti, insieme al lavoro di biblioteca , cioè di ricerca e non per ultimo quello di docente all’università.
Erano anni ormai che lavorava sodo e nell’arco di un decennio fece fortuna, meritandosela bisogna dire.
Aveva abbandonato la sua famiglia già da quando aveva incominciato gli studi, non una lettera, non una cartolina, insomma era solo nel suo viaggio della vita.
Quando incominciarono a vedersi i frutti della sua fortuna: costruì una villa incatevole, ebbe proprietà sui luoghi di vacanza, comperate macchine fiammanti e aggiungiamo anche il seguito di uomini che aveva, incominciando prima con la servitù e poi con le guardie del corpo. Quest’ultime vennero dopo, quando il nostro FURIUS cambiò radicalmente pensiero sulle persone. Ricordiamo la sua teoria dell’ordine e del caos.
Incominciò a supporre che i poveri fanno si che non si riesca a portare ordine perché la loro apatia nello svolgere le loro faccende non porti a nulla di lodevole nei confronti della società.
Quella differenza di classe che era un’idea nata da un’esperienza della sua vita. Infatti lui aveva vissuto due fasi, la prima da uomo povero che cercava di arrivare ad uno stato in cui avrebbe potuto vivere nell’agiatezza. Questa povertà una volta diventato ricco era solamente un disturbo alla sua salute. Adesso che era ricco e potente non vedeva di buon occhio i poveri. Ammassati come un branco di pecore a fare i propri lavori cercando di fregare il tempo facendo niente. Una condizione che portava ritardo nelle faccende quotidiane.
Quando da piccolo studiava lui ci metteva tutto il suo impegno, perché aveva piacere e aveva uno scopo. Il suo tempo era utile per lui e per i maestri della sua vita che ordinavano e lui obbedendo faceva si che la vita dei maestri fosse libera da preoccupazioni verso di lui. Sapevano che andava bene e non chiedevano altro che i lavori quotidiani, senza complicazioni personali. Era diligente, gli piaceva ciò che faceva e l’unico scopo che chiedevano i professori era che tutto andasse filato verso la classe futura.
Quando invece diventò ricco e potente si rese conto che la svogliataggine portava ad implicazioni che travolgevano tutto. Dall’interessato a compiere un dovere, alla risposta delle persone che davano lavoro.
Quando chiedeva alla sua truppa di archeologi di scavare in un determinato punto, egli si aspettava che avrebbero riferito a lui solamente quando avrebbero avuto accesso al punto ordinatogli di scavare e invece se non veniva rispettato l’ordine, ma in più se fatto controvoglia e meramente eseguito. Sapeva bene che nello scavo, ci potesse essere qualcosa che veniva alla luce. Ma come detto se fatto controvoglia il disordine veniva a galla e forse nel cercare di arrivare più in fretta possibile al termine del lavoro, alcuni reperti che si potevano trovare venivano disseppelliti senza accorgesene buttando cose preziose nel lavoro fatto controvoglia.
Questa era la sua teoria che portava in giro per i convegni, anche se da quando iniziò a formularla ad ora il suo cinismo e la voglia di sopraffare, aveva cambiato la teoria in un marcato sentimento verso la differenza di classe tra poveri e ricchi, facendo arricciare il naso a tutti quelli che seguivano le sue teorie.
Era il turno di cambiare. Non voleva riavvicinarsi alla famiglia, ma un giorno in una delle sue uscite ad esporre il suo punto di vista, era sempre un ospite gradito, viste le donazioni che faceva ad enti filantropici, gli venne un malore, un giramento di testa durante un intervento di un illustre professore.
La sua scorta, mentre era al tavolino gli prese la testa e senza dare nell’occhio lo trasportò fuori facendolo salire in macchina. Lo portarono all’ospedale più vicino e a curarlo chi c’era? Si proprio il nipote Marco.
FURIUS non conosceva il nipote, ma Marco data l’importanza che aveva suo zio, quando compariva in TV il padre gli ricordava sempre che quello era suo fratello, cioè suo zio carnale. A riconoscerlo fu il nipote che preso da curiosità si propose per stargli vicino e magari parlare con quello zio che non aveva mai vissuto.
Quando riprese conoscenza, Marco si presentò. FURIUS aveva avuto uno sbalzo di pressione e aprendo gli occhi annebbiato dal malore aprì e chiuse le palpebre cercando di mettere a fuoco.
Non so perché, forse preso da un atto di riconoscenza verso il Signore chiamò il nipote dicendogli
-Sei davvero mio nipote? Se ti va puoi venirmi a trovare alla mia villa un giorno-
Felice dell’invito accettò.
CHIAMATA DELL’INTERVISTATORE AL PADRONE DI “VILLA CLAUDIA”
-come si può immaginare signore qui non risulta alcunchè sulla vita di questo FURIUS- Chiamava da un posto adibito a biblioteca della polizia di stato. Infatti per fare quel lavoro servono molte conoscenze e era arrivato in quel posto, staccato dalla questura, che però era sorvegliato da dei poliziotti all’entrata. Con un sorriso e un cenno della mano riuscì a varcare il presidio e una volta dentro cominciò a cercare sulla vita di questo soggetto. Non era un vero schedario che tiene la polizia, ma era più un luogo dove si poteva risalire alle notizie degli ultimi 50 anni e c’erano anche delle descrizioni dei rapporti di parentela e altre notizie private su chi fosse stato impigliato in qualche notizia accaduta.
-No non c’è niente, solamente è sposato, ma divorziato con una tale tedesca che dovrebbe vivere ora in Germania, ha dei fratelli che però non vede da ormai 40 anni e tutto qui. Cercherò queste persone per vedere se possiamo risalire da lì per qualcuno che voglia quella preziosità.-
-Tu fammi sapere- e intanto Franco pensava alla sorpresa dell’uovo di fabergè – un po’ come l’uovo di pasqua, forse quegli orafi russi hanno proprio preso spunto da quello-
DAL BELGIO
I due uomini al servizio di FURIUS furono chiamati dagli orafi belgi, avevano aperto l’uovo e arrivati subito nel posto. Entrarono senza convenevoli e furono portati sul retro. –Ecco cosa abbiamo trovato! Sono felice che questo manoscritto possa tornare a rivivere dopo tutto questo tempo sepolto.-
-Mi dia!- Passatogli il documento, egli non potè che restare meravigliato.
-“Il Cantico delle Creature”, il nostro patrono San Francesco!-
Ne rimase esterefatto, lui un uomo tutto di un pezzo, imbottito di regole militari, così sconvolto da un documento di un Santo. E’ vero, i nostri militari sono molto legati alla fede. Quando si è in guerra l’onore è legato alla speranza che il mondo sia migliore per sé e per gli altri. Una fede che metteva Dio in un ordine importante per i militari. Proprio a vedere lo “scritto” e la firma a piè pagina di Francesco, patrono d’Italia ebbe un piacere manifestato da un sorriso radioso. Prese la pergamena, pagò gli orafi e fece un cenno della testa all’altra guardia per fargli capire che dovevano andare via.
Con la pergamena dentro la giacca si indirizzavano in albergo per prendere le loro cose.
L’uomo scelto che chiameremo CK proprio perché quelle due iniziali rappresentavano il nome di “Calvin Klein” il suo stilista preferito, non potevano mancare nel suo guardaroba vestiti e accessori di quello stilista.
CK arrivato in albergo ancora non aveva chiamato il signor. FURIUS, era come stato preso da un raptus di cleptomania, voleva quel manoscritto per sé, sapeva che chi avesse avuto quelle parole avrebbe potuto esercitare un grande potere. L’aiuto che queste scoperte davano era fissare in un luogo immaginario un tempo che esercitava pressioni su chi il tempo lo trascorreva con la lancetta che senza fermarsi andava sempre avanti. Quello che invece fermava il tempo bloccandolo in un determinato momento del passato, emanava un senso di potere da poter mostrare a coloro che il DESTINO avesse voluto far incontrare e proprio quel manoscritto avrebbe attirato come calamità persone di una certa rilevanza solo perché il suo alone aumentava di giorno in giorno costruendo un vero e proprio luogo formato di grande energia.
Il suo compagno di viaggio salito a prendere i suoi oggetti personali era già alla hall dell’albergo e aspettava CK che tardava però a scendere. Passato il tempo di un caffè scese anche lui che si guardava intorno per poter scorgere qualcuno che li seguisse. Non c’era nessuno. Prese un caffè anche lui e insieme andaro nella macchina che li aspettava per portarli in aeroporto. Arrivati con la valigetta dell’andata con un portachiavi che aveva messo all’andata per non essere fermato, anche adesso non doveva essere fermato? No perché non aveva ancora contattato FURIUS e quindi non era ancora stato avvisato nessuno dei controlli che avessero permesso ai due uomini di passare indisturbati. CK si avviò fuori dallo scalo e prese il telefono
-Tutto secondo i piani, purtroppo non sono riuscita a contattarla subito, siamo già in aeroporto-
-Ok farò il più presto possibile per farvi passare con il vostro portachiavi.-
Non fece a tempo a mettere giù che FURIUS era già al telefono per poter mettere in sicuro i due e quello che più importa la valigetta con il suo contenuto.
Dall’altra parte CK chiamò il suo aiuto e deciso a non consegnare il proprio manoscritto a chicchessia cercò di studiare un azione che avesse distolto per sempre l’attenzione del suo guardiaspalle.
Pensò di portarlo in bagno e accopparlo, ma si sarebbe creato casino e lui con quell’oggetto sarebbe stato solo un autogol, doveva escogitare un piano in poche minuti.
Ecco.
Portarlo in un volo diverso dal suo e con una scusa lasciarlo lì e lui partire con un altro aereo direzione sconosciuta, fece proprio così. Chiamandolo gli disse che avrebbero dovuto restare fuori allo scalo finchè non si sarebbe messa in moto la macchina del salvataggio del loro oggetto.
Chiamato il suo volo, loro dovevano ancora stare lì ad aspettare, a quel punto arrivò la chiamata di FURIUS dicendogli che era tutto fatto. CK mandò allora la guardia del corpo a prendere l’aereo mentre lui si diresse verso il bagno, dicendogli che avrebbero dovuto separarsi, che gliela aveva detto il padrone FURIUS.
L’uomo rimase un po’ incerto poi con la sua massa gigante ma con poco sale nella zucca accettò e si diresse a prendere l’aereo. Lì per un momento CK…
CK si allontanò dall’altro che lo seguiva con lo sguardo, ma anche CK lo guardava fino a quando i corridoi diversi li separarono. CK andò verso la toelette e entratovi dentro si rinfrescò, era infatti agitato a questo imprevisto non aveva proprio pensato, pensava prima che tutto il piano era stato studiato, ma adesso c’erano stati dei cambiamenti.
Uscito si diresse al desk della compagnia aerea e tra tutti i posti dove voleva andare per non farsi prendere, dovette scegliere per la città uguale a quella che lo portava da FURIUS. Infatti il controllo della valigetta doveva essere esclusivamente per quell’aereo. Prima di arrivare al desk stava davanti al cartellone dei voli e purtroppo per lui l’unica via d’uscita passava per quell’aereo, che tra l’altro partiva tra poco. Per allontanarsi, o almeno a provare di farlo chiese alla signorina della compagnia aerea se ci fosse un posto su quell’aereo all’opposto di quello che aveva tra le mani. Tutto questo per separarsi dal compagno. La risposta però fu che l’aereo era tutto occupato e che non ci poteva fare nulla. Sconfortato andò verso l’ingresso e; stavano facendo salire le persone a bordo, si ritrovò a sedere vicino al compagno.
E lui – Ah.. sono contento, non avevo capito perché il padrone ci volesse separare.-
La faccia di CK era contrariata e lo guardò e si rigirò subito dopo senza proferir parola.
INTANTO DA FRANCO PADRONE DI “VILLA CLAUDIA”
-Si Stefano vieni ti aspetto, volevo finire il discorso con te-
Stefano con i piedi sulle nuvole fece verso l’interlocutore dritto e tosto – Siii, vengo subito!-
Stefano che era ancora in radio si girò verso Floriana e –Devo andare mi sta aspettando-
-Grandioso, domani mattina sono di servizio alla “Villa” fammi sapere se sai qualcosa se poi ti posso venire a trovare dimmelo, cercherò uno spazio dopo il lavoro.-
Quella proposta lasciò un po’stupito Stefano, non se l’ho aspettava. Era vero da un po’ facevano comunella ma non vi era ancora stato tra loro un momento di intimità o di vedersi all’infuori della radio.
-Anche questo deriva dalla fortuna delle mie parole. Sta andando bene su tutti i fronti.- Pensò Stefano.
Arrivato alla villa. Guardate che era una vera reggia dal giardino immenso con un ampio giardino curato e tramezzato da cespugli e piante di rose, si alternavano statue ad alberi, alcune statue raffiguranti soprattutto miti greci e latini, venivano usate anche come fontane; mentre le siepi e i cespugli erano messi qua e là come alberi vecchi vecchissimi e alberi di giovane fusto. Per non parlare della casa che per l’arte che racchiudeva, soprattutto in stile neoclassico, l’impressione che faceva era quella di stare su una giostra di cavalli dove poter dondolarsi e girare in uno scrigno gigante.
Ecco Franco che si avvicinava stringendomi la mano.- Benvenuto Stefano, scusa se l’altra volta sono stato un po’ scortese, ma sai ogni tanto dobbiamo mettere precedenza alle cose che facciamo.-
-No, non si preoccupi, capisco, lei , una persona così importante è normale avere degli impegni.-
-Ti ho chiamato perché l’intervistatore che ho mandato, mi ha mostrato, cioè per meglio dire mi ha fatto sentire le tue trasmissioni che fino ad ora hai svolto il quella radio “Stella”, Stella mi pare giusto?-
-Stella, Stella giusto.- intanto Stefano pensava a chi potese aver dato quella chiavetta USB che aveva il signor. Franco, di sicuro non Marco, col quale aveva dei problemi con lui e non avrebbe mai acconsentito di regalare quella chiavetta con le sue dirette. Deve essere stata Floriana, pensò.
-Insomma ho sentito che sai come calamitare la gente e vorrei che tu lavorassi per me. Vorrei aprire questa radio, ma potresti anche venire incontro alle mie esigenze e lavorare per me, come quando stavamo nel Medioevo, tu inserviente adibita alla persona del padrone, e io tuo Padrone. Ai tempi attuali inserviente potrei tradurlo come persona adibita a supportare i discorsi e organizzare l’agenda, la mia agenda scrivendomi le parti da dire. Ti piacerebbe? Ah…poi stanne certo se apriamo la radio tu sarai anche lì e forse più, vediamo come vanno i discorsi. In un discorso bisogna attirare l’attenzione dell’altro, servono anni per imparare, fanno anche dei corsi, ma tu ce l’hai nel sangue. Se ti va sarei lieto nell’accettarti nella nostra squadra.-
Io preso un po’ , così, alla sprovvista, rimasi muto. Non so perché era quello che avevo sperato tutta la vita, ma l’emozione mi zittì, finchè non mi uscirono dalla bocca quelle due lettere: Si, seguite da un grazie.
L’amore che avevo trovato per quel lavoro non mi dava fiato a pensare a ciò che sarebbe accaduto, ma in fondo era tutto ciò che desideravo. Andai sul mio palcoscenico attuale, la radio, per riferire tutto ciò che avevo da dire, per sfogare il mio entusiasmo. Avrei anche accontentato Marco che mi metteva da sempre i bastoni fra le ruote e poi che volevo di più mi ero ripreso una rivincita enorme contro chi non aveva creduto in me.
-Aiutami nei discorsi e ti farò salire sui palcoscenici più importanti- Queste le parole del signor. Franco, prima di congedarsi.
Arrivato alla radio la prima persona che incontrai era Floriana, lei aveva sempre creduto in me e le ripetei quest’ultima frase che mi disse il padrone di “Villa Claudia”, scoccò un bacio tra noi e non feci in tempo a capire che cosa fosse successo che girandomi vidi l’intervistatore che mi portò fortuna. E avvicinandomi lo ringraziai, alle mie parole egli andò verso Floriana e gli disse: - Tu lavori nella villa del signor. FURIUS?-
Ed ella –Si faccio la giardiniera, mi ha trovata il lavoro Marco il direttore della radio!-
-Il direttore?-
-Si, è suo nipote, mi trovo bene anche se FURIUS è un po’ asociale, ma paga regolarmente, non mi posso lamentare.-
A quelle battute L’intervistatore non stette più nella pelle, si allontanò con una scusa e chiamò il signor. Franco.-
-Pronto? Signor. Franco? Sono io!-
-Dimmi hai scoperto qualcosa?-
-Non ci potrà credere, il direttore della radio è il nipote del signor.FURIUS-
-Ecco che il lupo esce dalla tana, chiedigli se conosce le uova di fabergè, non mi importa se sospetta qualcosa, si esplicito sull’argomento e esaustivo per quanto riguarda lo zio.-
L’intervistatore andò nella stanza in cui Marco sedeva con i suoi appunti e gli cominciò un discorso prendendola alla larga.
-Direttore sa che il programma dei gialli verrà mandato in onda dalla nostra radio, è stato appena assunto dal mio direttore per svolgere quel lavoro che ha iniziato qui.-
Poi incominciò ad entrare nel discorso.
-Sa, ricorda la storia delle uova di fabergè descritte dal suo collaboratore? Ecco abbiamo da trovare chi e perché avrebbe fatto subito dopo la diretta, un’azione delittuosa proprio come descritto nella storia delle uova. Sa niente?-
Marco tirato in volto, rispose – Si mi ricordo, ma cosa vuole che ne sappia io di ciò che succede intorno a noi, anche se avessi ispirato quel furto, non possiamo mica tapparci la bocca a causa di mitomani che usano ciò che sentono per compiere i loro gesti folli.-
INTANTO IN BELGIO
CK si mise a sedere nel posto vicino alla guardia che lo accompagnava. E cominciò a pensare come distrarlo una volta a terra.
-Dobbiamo giocare in due quando arriviamo all’aeroporto, ci dobbiamo dividere, tu prendi un taxi e vattene direzione stazione del treno, poi prendi la metropolitana e vai verso la Villa di FURIUS, dopo che avrei preso anche il pulman.- Sperava che allungando così il tragitto avesse il tempo di svignarsela con la sua copia originalmente straordinaria del manoscritto del “Cantico delle Creature”.
-Io intanto devo andare in un posto che mi è stato indicato proprio dal FURIUS, ci rincontreremo alla Villa.-
Arrivati, si divisero uno prese il taxi verso la stazione, mentre l’altro prese un taxi per andare anche lui in stazione ma per prendere un treno che lo portasse in una sua casa di vacanza che aveva sul mare.
Prima di salire entrambi si scambiarono le proprie valigie, o meglio, aprirono la ventiquattrore e alla guardia del corpo fu dato l’uovo fabergè ricostruito, mentre CK prese nella sua valigetta il “Cantico”.
Partirono e fatalità avevano nello spostamento la stessa direzione fino a che non avrebbero preso due treni diversi.
CK salito sul treno, e misosi in sicuro dal compagno, aspettò che il treno partisse e una volta andati prese la sua valigetta e tirò fuori il suo tesoro.
-Non ci posso credere tu sarai la mia stella, il mio faro.- E incominciò a leggere
-“Altissimu, onnipotente, bon Signore
Tue so’ le laude, la gloria e ‘honore et
Onne benedictione.
Ad te solo, Altissimu, se konfàno et
Nullo homo ène dignu te mentovare…”
E così via.Era ispirato da quella poesia che benediceva la natura e la bontà del Signore ogni cosa.
Ma per lui conoscendo i valori militari, che mettevano Dio al primo posto con l’onore, il corpo e la brigata, sapeva bene che queste parole emanavano da sole uno splendore e un magnetismo incalcolabile, inimmaginabile da dire ma l’unica cosa da fare era da fare fluire lentamente quelle parole senza non sentire il fuoco che emanavano.
-Laudato sie, mì’ Signore, cum tucte le
Tue creature, spetialmente messor lo
Frate sole, lo qual è iorno, et allumini
Noi per lui….-
Se avesse voluto quel sole se scomposto sarebbe diventato come una sorta di animo cui in esso ci sono varie emozioni, tutte erano il sole. Stava facendo quelle scomposizioni dello spirito della parola che insegnavano al corso di teologia che aveva seguito quando non sapeva ancora cosa fare nella vita, prima di diventare un esperto di sicurezza. Sicurezza personale a differenza di ciò che voleva essere prima: sicurezza emotiva. Tutte e due le sicurezze si possono racchiudere nella attenzione di non superare i propri limiti per non mettere in pericolo il proprio capo, ovvero non mettere in pericolo la propria stabilità. Ecco, la seconda sfera quella personale era stata superata, facendo il passo lungo contro il suo mandante, FURIUS.
E a dire il vero mentre cercava nelle righe del “Cantico” cercando di trovare parole che evocavano emozioni extraterrene, stava anche lì superando il limite della sicurezza emotiva.
Ecco allora che si verificò un evento che possiamo dire nato per caso, ma che per CK era un segno che il Destino gli dava dopo aver aperto il manoscritto. Si mise a sedere davanti a lui un uomo sulla mezza età.
-Mi scusi posso?-
E con fare veloce Ck nascose il manoscritto.
-Non ho potuto fare a meno di sentirla, è il “Cantico delle Creature” sa sono appassionato di cristianità e questo è un pezzo importante del nostro Santo patrono: San Francesco.-
-Rispose seccato: non ho capito come si chiama.-
-Ah mi scusi, sono Mr. Giovanni, sa Mr. Perché sono originario dell’Inghilterra. Stava dicendo, San Francesco è colui che riuscì a conquistare i popoli con la sua vita e anche se nato principe e poi rinnegato dalla sua famiglia, come ho già detto conquistò i cuori di tutti: i seguaci prima, fino ad arrivare ai nostri giorni, rimase principe nell’animo.-
-Oh certo so bene, che fa nella vita Mr. Giovanni? Se posso!-
-Sono un graduato dell’esercito, sto di ritorno a casa, sono stato in missione…spero di potermi rilassare a casa mia, in guerra non c’è mai tregua, bisogna stare sempre all’erta.-
Felicissimo dal volto CK pensò che il Destino si avvicinava a Lui, che quel tesoro l’avrebbe portato in alto, lo vide come un segno quell’incontro.
-Crede lei nel potere della mente? Cioè come diceva Gandhi, la guerra va fatta senza violenza. Non crede sia troppo azzardato?-
-Chi siamo noi per decidere chi deve comandare e chi no, sicuramente una Forza superiore ci indirizza la strada verso il suo cammino predefinito, gli uomini possono solamente difendere o meno quel cammino. La guerra è solamente un mezzo per spianare le strade alla Natura. Se però va fatta sbagliata, allora la Natura ci indirizzerà verso un nuovo corso.-
-Beh..certo la guerra c’è chi la fa e chi la subisce, ma più importante di questo è chi vi entra per cause nobili oppure per ingiustizia e chi invece sta dalla parte del torto. Io comunque volevo dire, se la storia che il mondo gira su una ruota che non si può fermare è vera oppure dalla ruota si può scendere e ognuno di noi segue il proprio Destino per chi crede oppure Caos per gli altri.-
-Secondo me la guerra a volte è necessaria, ma ci sono sicuramente in noi anticorpi, vedi la scienza o ancor di più la storia per non farci commettere errori che abbiamo già passato.-
-Penso anche io che la storia sia una di quelle cose sostanziali con il quale si deve sempre venire a conoscenza prima di imbatterci in qualcosa di sgradevole. Quando si sa che delle situazioni ci hanno portato al fallimento, non si riprovano; mentre quando si trovano notizie, tesori del passato nella vita di noi, così possiamo ricorrere sempre a quell’istante per superare tutte le difficoltà. Trarre dal passato avvenimenti belli per sfruttarli in futuro.-
Questo discorso di CK non scendeva così giù dal cielo, ma si riferiva ai tesori che il passato ci fa riscoprire e che sono rimasti veri nella loro importanza.
Sapeva bene che i possessori di oggetti di culto, sacri, di pitture o sculture famose davano ai possessori l’aurea che quel quadro o scultura emanava, come se in quadro di Tiziano o di Michelangelo, rimaneva nei secoli a guardare e riguardare il Destino delle cose che gli succedevano sotto i loro occhi, ospitando sotto di essi la caparbietà con l’ingegno di coloro li aveva fatti.
IN CASA DI FRANCO
-Dobbiamo cercare in tutti i modi questo FURIUS, se ricordo bene è molto schivo, ma a questo punto vorrei vedere anch’io il tesoro che si trovava all’interno dell’uovo di fabergè. In fondo appartiene a me e con esso anche ciò che si trova dentro. Una cosa però dobbiamo evitarla, accusarlo alla polizia senza elementi validi.-
Parlava così tra sé e sé nella camera di “Villa Claudia”, dalle parole che disse sembrava anche che non volesse denunciare FURIUS perché avrebbe rivoluto anche lui il manoscritto che c’era dentro.
-Poi che ci sarà stato dentro di così importante.- continuava il suo soliloquo.
Era forse agitato di non poterne parlare con qualcuno, quando ad un certo punto prese il telefono e chiamò Elisabetta, la ragazza che aveva fatto entrare in televisione e ripetè il discorso che si era appena fatto da solo. E continuando chiese – Non puoi intraprendere una ricerca, non so con un inchiesta a fini giornalistici su quella leggenda delle uova e venire nel presente e parlare dell’uovo appena rubato. Può essere una buona idea, no?-
-Guardi signor.Franco, posso chiedere in redazione, dovrò prendere da alcuni informatori cosa ci fosse e dove si trova ora l’uovo, mi servirebbero dei soldi, ma in realtà non saprei a chi chiederlo.-
-Non ti preoccupare per quello, ho scoperto che il nipote di Furius è una persona che abbiamo contattato, sarà solo convincerlo a parlare e quello ci posso provare io. Ok, se per te vabbene, se scriverai questa indagine ti sarò molto riconoscente, ci sentiamo appena so.-
Chiamò subito l’intervistatore chiedendo di portare il direttore della radio, senonchè nipote di FURIUS a casa sua.
LA CAPITOLAZIONE
Impaurito Marco cercò di trovare una scusa –In verità avrei da fare questa sera!-
L’intervistatore che in quei giorni si era fatto dipingere diverso da chi lo guardava, non si scordò di chi fosse in verità e ritornato guardia del corpo, fece ben poco sforzo a prenderlo per le braccia e portarlo in macchina. Mentre lo portava, non faceva nemmeno opposizione, lo sapeva in che casino si fosse cacciato e messo nello sedile del passeggero, la guardia accese la macchina e si diressero a “Villa Claudia”.
-Allora- entrato a forza dentro la casa di Franco e fatto mettere a sedere di forza – che sai dell’uovo che mi hanno rubato?-
-Cosa?, è per questo che sono qui? Io non so niente!-
-Smettila di fingere so bene chi sei e se non vuoi contraddirmi mi dirai tu quello che voglio sapere!-
-Io non so niente!-
-Bene, non sei nipote ad un certo FURIUS? E non hai cercato di infangare la trasmissione di Stefano quando ha parlato delle uova di fabergè? Perché?-
Marco in preda ad un attacco di panico, cominciò ad ansimare e quasi stette per svenire, quando ad un certo punto riprese le forze, cosa avrebbe risposto?
Tradire lo zio oppure dire la verità costretto a forza dall’insistenza del signor. Franco che lo teneva lì come un terzo grado che poteva finire in un vero massacro contro la sua persona?
-Parla!- e la guardia del corpo fece il gesto di dargli una sberla, di quelle che non si dimenticano!
-Ok, scusa, scusa, non mi fare del male, ti dirò quello che so!-
Franco rimase in silenzio e con un gesto della mano fece capire alla guardia del corpo di fermarsi.
-Allora?-
-Mio zio è venuto a conoscenza che le uova di fabergè contengono dentro di loro un tesoro costituito da manoscritti o pezzi che hanno fatto la storia e tramite dei collegamenti è venuto a sapere che l’uovo che si trovava nella sua “Villa Claudia”, conteneva uno storico e rivoluzionario manoscritto conosciuto alla gente come: “Il Cantico delle Creature”, opera di San Francesco.
Quando ha organizzato il furto, il giorno della rapina sulla mia radio è andata in onda quella storia di Stefano che richiamava proprio questa storia e andai ad informare mio zio dell’accaduto, venuto a saperlo cercammo di far zittire Stefano e cacciarlo per motivi diversi: come quello di un disinteressamento del pubblico al suo programma. Così nomn fu, come lei sa sta ancora andando avanti con le dirette, questo perché mio zio è un uomo strano e dopo aver deciso di cacciarlo disse che forse non era una buona idea, e per questo anzi era felice per un ragazzo che mostrava così le sue doti. Speravamo che nessuno venisse a conoscenza della storia da lui descritta e fu così fino a quando non venne quest’uomo- si girò verso la guardia del corpo – a fare delle interviste.
Questo è ciò che è successo, questo so!-
-E per quanto riguarda tuo zio, dove ha nascosto l’uovo? L’ha già aperto?-
Marco riprese a pensare tra sé e sé cercando a cosa rispondere, rimase lì fermo guardando nel vuoto per cinque/dieci secondi e poi riprese a parlare – So che i due ladri sono fuggiti in vacanza, e per quanto riguarda l’uovo sta per essere aperto-
-E dove?-
- Mio zio mi ucciderà. Ho sentito che l’ha spedito in Belgio e che non so quando ritornerranno i corrieri con l’uovo e col “Cantico delle Creature”.-
-Ok, ti credo, adesso va da tuo zio e digli che rivoglio indietro tutto o con le buone o con le cattive.- Prese un attimo e finì quasi per schernire l’avversario – E digli che Stefano lavora per me!-
Un attimo dopo era fuori dalla porta, non aveva paura che si nascondesse, e dove? Se gli sarebbe servito ancora sarebbe stato rintracciato subito.
Appena uscito Marco, Franco chiamò la sua stella Elisabetta.
-Sai Elisabetta la storia è vera, l’uovo si trova in Belgio e forse ritornerà presto in casa di FURIUS con insieme il “Cantico delle Creature”. Puoi incominciare le ricerche in Belgio e tra poco ti dirò anche dove. Chiamerò FURIUS in persona.-
-Certo è un po’ pericoloso, non credi?-
-Nooo, lo conosco non è un tipo da cattivo di James Bond, è un uomo di affari e di parole, raggiungeremo un risultato, stai certa. Comunque va e compra un biglietto per il Belgio, ah…farai un ottimo servizio di ricerca. Sai come sono le persone: tutte attirate dalle avventure. Tu ne racconterai una in TV che non potranno staccargli gli occhi di dosso.-
-Ok ciao grazie-
-Grazie a te-
Franco si alzò dalla poltrona con il telefono in mano e cercò il numero che l’altro giorno aveva trovato sull’agenda e chiamò FURIUS.
-Pronto, il signor. FURIUS?-
-Si, so chi è, mi ha chiamato mio nipote, lei è il padrone di “Villa Claudia”. Dica.-
-NO, in verità è lei che mi deve dire qualche cosa.-
-Si e cosa-
-Rivoglio l’uovo con la sua sorpresa e mi deve dire dove si trova e chi la aiutata ad aprirlo senza romperlo.-
-Certo che le sue richieste sono molte. Ma è pur vero che se andasse alla polizia per me sarebbe certamente peggio, quindi la voglio aiutare. Si può riprendere l’uovo, ma il manoscritto resta a me, che ne pensa?-
-Non sono d’accordo, ma penso che tra gentiluomini ci possa mettere d’accordo. Dove ha aperto l’uovo? Mi hanno detto in Belgio, ma esattamente?-
-Vabbene questo glielo posso dire perché i miei uomini già l’hanno ripreso e lo stanno portando qui. In una piccola oreficeria del Benelux, l’indirizzo glielo posso mandare comodamente in un messaggio dopo.-
-Ok, ma per il manoscritto? Anch’io sono interessato, in realtà sono molto attirato, non so perché ma aver avuto sotto il naso una così grande cosa e non averla mai potuto goderla mi dà una sensazione di incapacità.-
FURIUS che come aveva previsto Franco era uomo di parole e affari, visto mettersi alle strette da Franco sul fatto che l’avrebbe potuto denunciare quando voleva offerse una possibilità al signor. Franco.
PARTE TERZA
Duro come un mattone in un muro gli spiattellò la proposta.
-Se lo trovi prima tu potrai tenerlo e metterlo nella tua collezione privata ma il lavoro da fare non sarà semplice!-
-L’hai coperto bene questa storia, alla fine chi avrà più vantaggi sarai sicuramente tu. Stai avanti a me per tempo già trascorso, comunque potrà andare bene, se non metti altre clausole. Io contro te, nessuna colluttazione tra i miei e i tuoi, se lo troverò io i tuoi bodyguard non dovranno fare opposizione, non voglio spargimenti di sangue, non è nella mia natura.-
-Vabbene avvertirò i miei, se riuscirai a scoprire dove sono prima che l’oggetto torni a me potrai prendere il manoscritto.-
-Siamo d’accordo.-
-Siamo vicini, abbiamo quasi trovato il modo per non farci inguaiare in mali più grandi se solo potessimo riuscire a contattare il suo stratega avremmo carta bianca, in effetti non doveva essere lontano.-
Riferì al telefono FURIUS a suo nipote che sconvolto per l’accaduto aveva avuto un crollo psicologico.
Lo zio lo rassicurò e pose al suo nipote di chiamare i due ladri e di farli ritornare. Anzi di spedirli in Benelux alla ricerca fantomatica dell’uovo e del manoscritto. Per deviare le indagini al signor. Franco.
-Tu che hai avuto contatti con loro, prova a chiamarli e digli di andare in Belgio e fare il percorso che hanno fatto i miei scagnozzi così da confondere le acque.
Con in mente la situazione che si andava prospettando, FURIUS andò a letto più tranquillo, ma prima di questo cercò di mettere apposto la situazione con CK che ormai doveva essere rientrato.
La situazione però non si sviluppò perché CK non rispondeva al telefono, forse era ancora sull’aereo, anche se sembrava strano che non fosse ancora arrivato.
Ci voleva ben più di questo per spaventare FURIUS ma in realtà un po’ disturbato lo era e per sicurezza chiamò anche il guardaspalle che aveva con sé CK. E alla risposta di questo
-Signor FURIUS il mio superiore e sceso con me e poi mi ha lasciato solo, non so dove è andato. Tutto apposto?-
Beh non era tutto apposto, dove si sarebbe diretto da solo, dove sarebbe andato il suo uomo di fiducia.
-Ma la situazione recupero come va?-
-Guardi capo, il fulcro della situazione la tiene CK-
Questo voleva dire che CK si era allontanato via, senza sapere dove con il suo tesoro.
A quel punto rimase in silenzio e riagganciò la cornetta.
-Ahaahahaha, l’abbiamo fregato- si ripeteva dentro di sé CK, avrò con me questa gioia infinita di poter essere l’unico essere della terra a custodire questo, il “Cantico delle Creature”, e con questo possedere la sua forza magnetica. Già prima con l’incontro avvenuto con il militare si stava accorgendo che quelle leggende sul potere delle opere d’arte in tutte le sue declinazioni avessero quell’aurea magica che sprigionano in mano ai suoi proprietari, era vera, ne era convinto prima e andando avanti si faceva sempre più realizzabile quella condizione.
L’uomo è solo ciò che riesce a vedere soluzioni dove in realtà per tutti sono problemi, frase citata più volte da suo padre.
Ah.. il padre di CK, un uomo tutto di un pezzo che passava le giornate con il figlio cercando di spiegargli che la vita è un frutto che anche se non sembra di bell’aspetto riesce nel gusto a superare anche i frutti all’apparenza belli.
Ecco il padre che giocava con il figlio dicendo che ciò che facciamo in vita si ripercuote sulle nostre future generazioni: “avrai più discendenti dei granelli di sabbia che sono nel deserto” e affinchè diventino granelli di sabbia hanno bisogno di poter essere aiutati dalla buona sorte che aiuta il “genio” che ognuno ha. E il genio si tramanderà alle generazioni future. Secondo voi, quanti granelli di sabbia ha il “Cantico delle Creature”? E San Francesco aiuterà il proprietario di quel minuscolo granello di sabbia?
Poi le donne, come ammirarle nella sua bellezza senza aver in mano gli strumenti per fargli godere la vita come uno spettacolo. Si affacciarsi al mondo per guardare ciò che è andato bene e che ha impressionato di più la propria anima, l’aver attirato verso di se o almeno lo sforzo che ha fatto CK nel campo amoroso, è solo quello di visionare con particolare soddisfazione le creature dell’altro sesso.
L’amore, si quello che uno prova per piacere a Dio e alle anime sconosciute, non possono essere altrimenti viste come sogni che si avverano quando si instaura un abbandono completo alla Natura.
Quando si hanno a disposizione le stelle dalla propria parte allora e solo allora si può immaginare che tutto quello che raccoglie l’universo si comprime e allargare istruendo le proprie generazioni di avere un futuro con l’infinito. Questa anche era una storia tramandata dal padre di CK e ben voluta dal figlio che ormai aveva capito il padre cosa diceva quando parlava di magneticità del manoscritto.
E..si bisogna dire che la Verità su dove si fosse cacciato CK rimase un enigma ma dall’altra parte Elisabetta la scoperta televisiva del signor. Franco andava invece a gonfie vele, nonostante partisse con notevole ritardo, si era già messa alle tracce dell’uovo o anzi per meglio dire del manoscritto. Comunque ci era voluto almeno un giorno per prenotare un aereo che la portasse in Belgio. Quel tempo fu impiegato da FURIUS per mettere i due scagnozzi, ladri delle uova e rientrati in fretta e furia dall’isola in cui stavano degustando la propria vittoria: Roberto e Carlo.
Loro due andarono in Belgio e si intrufolarono nell’orafo cercando di non dar a vedere che erano due indifferenti nella zona sbagliata. Fecero a turno e uno rimase nel quartiere dell’orafo, mentre l’altro gironzolava cercando di prendere informazioni su dei tipi che avessero chiesto in giro il negozio affermato, anche se piccola bottega dell’orafo di Benelux.
Andarono a piedi e aspettavano solamente che qualche tipo sospetto entrasse .
Forse per sapere meglio chi avesse cercato quell’uovo di fabergè avrebbero dovuto chiamare il capo e dirgli di mettersi d’accordo con i Belgi e che se fossero venuti curiosi a chiedere dell’uovo di fabergè, all’arrivo dei due malviventi che si dovevano presentare con il proprio nome, i proprietari avrebbero dovuti informarli.
Questo fu già fatto FURIUS non perse tempo a cercare di convincere i Belgi e proprio in quel momento chiamò i due malviventi al cui numero risposero perché chiamati col telefono di Marco, il nipote di FURIUS. Questo perché loro avevano solo quel contatto con il capo, ed da istruzioni non potevano prendere ordini da nessuno che non corrispondesse al quel numero.
Marco infatti era nella casa dello zio e sperava che in qualche modo potesse aiutarlo.
Lasciarono alle spalle delle tracce affinchè potevano essere rintracciati da Elisabetta.
Infatti entrata nella bottega orafa Elisabetta chiese se era possibile sapere se avessero portato delle uova di fabergè. La risposta gli fu data criptata, solo per fargli capire che loro non si occupavano di tali gioielli, ma presi ordini da FURIUS risposero che erano appena entrati due signori che cercavano di capire dove potessero aprire senza rompere delle uovo di fabergè. Loro non sapevano chi fossero e chi l’avesse mandati lì. Comunque data la risposta Elisabetta e la troupe non riuscirono a capire dove queste uova fossero state aperte e data la risposta dell’orafo non poteva nemmeno girare per il documentario con una risposta di quel tipo.
Chiese infine se sapesse chi erano quegli uomini ma a parte la descrizione fisica non gli diede altre informazioni, anzi, si fermò un attimo l’orafo e dicendo che non gli era venuto in mente disse che appena entrati quello senza capelli aveva mostrato un documento e detto che se fosse in grado di capire chi avesse potuto decifrare quell’enigma dell’apertura li potevano trovare all’hotel Primavera e il suo nome era Carlo.
Rincuorata Elisabetta ringraziò ed uscì.
Come dei lupi si avventarono verso l’albergo e presero le loro valige e se ne andarono. Queste erano già pronte e non aspettavano altro per andare via. Come previsto l’inseguimento era cominciato. Sempre lasciando tracce. Infatti alla hall dell’albergo dissero che se qualcuno li avesse cercati si sarebbero diretti, verso l’Italia ed ad aspettarli sarebbe proprio il loro padrone. Avevano lasciato detto quindi: che sarebbero ritornati alla base per parlare con il loro superiore. Questi erano gli ordini di FURIUS che vista la gara e visto che a pochi minuti sarebbero arrivati CK e l’altro scagnozzo, avrebbe vinto sul signor. Franco senza farli girare in tutta Europa.
L’Europa però era troppo piccola per il Signor. Franco. Aveva anche lui degli informatori e appena venne a sapere che l’uomo di FURIUS in realtà era già ritornato e che aveva con sé il malloppo e tutta la refurtiva. Cambiò umore, l’aveva fregato. Per questo aveva messo alle calcagne dell’uomo FURIUS delle forze armate alle quali dipendevano da grossi lasciti di beneficenza da parte del signor. Franco e che avessero con lui un rapporto di riconoscenza. Ecco allora fece chiedere se potevano mettere il telefono di FURIUS sotto controllo, affinchè arrivasse a riprendersi ciò che era suo e lo era da sempre anche nascosto.
La risposta di questio gendarmi fu accolta e per aiutare il signor. Franco chiusero un occhio sulle disposizioni che si sarebbero dovuto attendere e diedero una mano all’uomo che però non svelò che stava seguendo il ladro della sua Villa.
Venne però fuori che un certo CK non era trovato e che aveva tutto con lui, mentre l’altro uomo stava a pochi passi dalla villa di FURIUS.
Mentre dissero ciò i poliziotti chiesero se c’entrava per caso la rapina a “Villa Claudia”. Ma Franco ringraziò dell’aiuto e si inventò una scusa che FURIUS gli doveva un vecchio debito di gioco.
Fattostà la polizia non è stupida e capite le intenzioni, fece spazio all’ipotesi di agire contro la rapina alla “Villa Claudia” mettendo in moto la macchina dell’investigazione. Questo Franco non lo poteva sapere anche se se lo doveva immaginare.
Intanto FURIUS era su tutte le furie e non riuscendo a contattare CK era imbestialito. Tutto per un manoscritto, chi gli aveva dato un lavoro, chi lo trattava come un suo pari, chi dormiva nella villa con lui e per un manoscritto col quale non ci poteva fare niente si è dimenticato di tutto?
DA CK
-Una bugia che sarà mai una bugia dopo aver lavorato tanto con il capo mi sono voluto mettere in proprio, non è tanto difficile da capire- Quando incontrò ormai in campagna in una casa molto bella e architettonicamente valevole, con un rustico da manuale di riviste specializzate. Venne contattato per partecipare ad una gara di cavalli che si sarebbe svolta di lì a poco. Ma adesso aveva a che pensare, certo gli avrebbe fatto piacere partecipare, infatti la sua famiglia veniva da una tradizione circense che aveva in casa molti animali, ma i cavalli erano quelli a cui prestavano più cura e che partecipavano a quelle gare di dressage e galoppo. Erano tutti un po’ fissati con questa idea ma CK non era proprio convinto di quello che facevano i genitori tantè che non li vedeva da molto tempo e che per andare nella casa in campagna li aveva avvisati per sapere soprattutto se c’erano in casa o no. Saputa la risposta negativa corse dentro quell’oasi che per lui era rimasta sconosciuta per molto tempo.
Certo che rifiutare così un avvenimento con i suoi cavalli che da tempo non montava si sarebbe dispiaciuto così accettò.
Non potè fare a meno di conoscere chi avesse organizzato quell’evento e venne a sapere che era un ricco proprietario terriero che aveva alle sue spalle anche una scia di nobiltà, faceva da latifondista per tutti coloro che abitavano nelle sue case sparse tra i vari terreni da lui in possesso.
La sua fama lo faceva chiamare ai più il Duca.
CK fu invitato proprio ad andare in casa del Duca per l’evento in programma. Passarono dei giorni e alla mostra di cavalli c’erano oltre che CK e il Duca in persona, Vi erano illustrissime persone che sfoggiavano per l’occasione abiti glamour e cappelli delle più strane fattezze.
La prima persona che si presentò a CK fu un gallerista di un museo molto importante, lo chiamavano il museo della Contessa, perché dedicato ad una Contessa che non aveva altra gioia al di fuori dell’arte, e conoscendo il gallerista , date le convenevoli parole di conoscenza invitò CK a vedere il museo.
Poi gli presentò un suo amico anche lui lì per la gara dei cavalli e credeteci o conoscendolo appena lì con le frasi di rito, gli propose un affare: visto il suo cavallo così regale chiese a CK se voleva portare il suo cavallo in visita al Presidente di una società informatica che aveva un azienda riconosciuta a livello internazionale. Non se lo fece ripetere due volte e accettò subito.
Quella società concorrente in Borsa con i marchi più prestigiosi diede da far pensare il nostro CK, tutto questo mentre sia FURIUS che signor. Franco lo stavano cercando in lungo e il largo. Non potè che essere felice per quell’imnvito e si fecce dire l’indirizzo e quando poteva essere ricevuto.
Finita la domanda gli fu risposto che il proprietario di quell’azienda sarebbe dovuto arrivare a momenti, quindi aspettò e intanto incominciò a prendere parte all’aperitivo offerto.
Eccolo il momento. Fu avvicinato e presentato al signore, Fabio per i conoscenti, Hack per tutti gli altri.
-Buongiorno, allora è lei il proprietario di quello stallone-
-Si, ho un a storia di famiglia che mi circonda di cavalli, questo è il migliore che abbiamo nella nostra umile casa.-
-Bene, lo vorrei comprare.-
Così diretto che CK fu preso alla sprovvista.
-Beh..insomma ne sono affezzionato.-
-Non si preoccupi la farò appassionare io con i miei giochetti di borsa. So che è alureato e vorrei che lei facesse parte della mia azienda, almeno proviamoci per un po’ e se va tutto bene, le assicuro un posto da me.-
-Io…io non so bene nemmeno cosa fa lei.-
-Ho questa società quotata in Borsa che si occupa di informatica e in verità mi servirebbe qualcuno che si occupi delle relazioni con alti influenti del mondo sociale, politico, economico. Può fare questo per me?-
CK stregato dall’offerta, gli venne il dubbio che prima di presentarsi il signor. Hack si fosse informato dettagliatamente del suo passato, anche se non poteva sapere cosa faceva veramente con FURIUS, egli pensava che i viaggi effettuati con FURIUS fossero dedicati ad incontri di scopo come gli aveva proposto. IN effetti sotto casa di FURIUS incontrava molti personaggi, anche se l’intento non erano poi viaggi diplomatici, ma più che altro erano incontri o convenevoli per il capo o intimidatori, fattostà…
Questo giocattolo, del “Cantico delle Creature” lo aveva portato ad incontrare il signor. Hack e CK credeva sempre di più che la soperta di quel manoscritto aveva per lui un influsso benefico con tutti coloro con cui veniva a contatto. Tutte le sue credenze venivano affermate da i fatti. Chissà andando in casa di qualche pezzo grosso, potevano essere incontri di gioia personale con annessa motivazione per andare avanti nella vita, con la sicurezza che le memorie che fino ad adesso non avevano fatto frutto, sarebbero diventate opportunità, una dopo l’altro quello era il suo scopo. Era geloso del manoscritto, ogni tanto lo tirava fuori e lo leggeva – Frate Sole, Sorella acqua- erano diventati suoi passatempi preferiti.
INTANTO A “VILLA CLAUDIA”
Stefano era arrivato a casa di Franco che lo aveva ingaggiato per scrivere i discorsi che avrebbe dovuto recitare nei suoi convegni.
Franco – Dimmi qualcosa Stefano, quella leggenda che mi hai raccontato del manoscritto nelle uova di fabergè: sai qualcos’altro?-
-Che le posso dire Signor. Franco… Le mie ricerche anche su altri libri che si attestano ai proprietari d’arte di tutto il mondo e che per questo comprano opere d’arte è sempre la stessa. O credono che l’opera sia perfetta per il loro status sociale, come credono i puristi dell’arte, e credo che lei rientri in questa categoria.
Poi c’è la teoria del bello che si esprime sotto ogni opera d’arte suscitevole da chiamarla tale. Qui l’oggetto gode del suo posto da cui si può guardare in un’abitazione privata, ad esempio e chi la sta guardando cade in estasi vedendo in essa qualcosa di magico che richiama alla mente qualcosa di unico e speciale.
E poi c’è una storia che deriva sempre dal possedere opere d’arte e che dice che chi è in possesso di queste opere cade in uno stato di appropriamento dell’opera stessa che magneticamente attira su di sé e su il proprietario la luce che riflette dalla sua bellezza, dando a chi la possiede una marcia in più, una naturale rispettabilità e onorificenza e un senso di superiorità verso gli altri che viene data al possessore dell’opera.-
-Questo cercano allora, in effetti anche a me affascina questul’utima spiegazione.
E si vede che anche lo scagnozzo di FURIUS sapeva di questa leggenda e che abbia fatto un salto verso l’ignoto scavalcandolo. Ma dove si può essere cacciato? Mando i miei uomini a cercarlo a casa della madre o in qualunque posto dove ha soggiornato.-
MENTRE A CASA DI FURIUS
-So per certo che non può essere andato lontano, con un uovo da milioni di euro in tasca e un manoscritto risalente al Medioevo non può circolare libero, deve avere qualche appoggio. Cerca nelle case dei genitori e fammi sapere.-
Chiuse la conversazione e si ritirò nella sua stanza.
IL MATTINO DOPO ALLA CASA DI CK
Ecco lì due fazioni opposte ma con un unico scopo recuperare ciò che era stato rubato, proprio alla stessa ora si ritrovarono fuori la casa dei genitori di CK dove stava soggiornando. Si trovarono uomini di FURIUS e uomini del signor. Franco.
-E voi che ci fate qui?-
-No che ci fate voi.-
Comunque entrarono insieme nella casa di famiglia e trovarono CK ancora addormentato. Lo presero di forza e gli dissero entrambi gli schieramenti di prendere ciò che aveva rubato.
Rivestitosi e preso tutto il maltolto fu portato a “Villa Claudia” visto che gli uomini del signor. Franco avevano trovato CK prima che lui arrivasse a casa di FURIUS e come dagli accordi presi il tesoro doveva ritornare a casa del vincitore, in questo caso il signor. Franco.
Arrivato a “Villa Claudia” lo aspettava anche il FURIUS che aveva tantissima voglia di vedere e fargliela pagare, povero CK non voleva altro che essere felice, ma si sa che nelle storie d’arte vi sono saccheggio, furti, insomma è una vita vivace quella delle opere d’arte.
Arrivati a “Villa Claudia Franco prese il suo manoscritto –Eccoti non vedevo l’ora di scoprirti con me –
Mentre FURIUS riprese l’uovo di fabergè con un tono di voce sommesso per la perdita di ciò che desiderava davvero.
All’improvviso entrarono a “Villa Claudia” dei poliziotti in uniforme.
-Allora signor. FURIUS lei è accusato del furto fattosi in questa Villa-
Ma il signor. Franco prese la parola e disse – Guardate agenti mi ha riportato l’uovo, quindi la denuncia dovrebbe cadere, no?-
-E’ sicuro signor. Franco?...Se è così allora togliamo il disturbo- Girarono i tacchi e se ne andarono.
-La ringrazio signor. Franco, non potrò mai senza fare gli auguri più felici per lei e la sua famiglia, la ringrazio tanto.-
-Signor. FURIUS grazie a lei che ha accettato la mia sfida sull’uovo, una cosa da gentiluomini.-
E così ognuno aveva con sé ciò che il destino aveva deciso.